Finanzieri Dimenticati: La Difesa guarda ai Militari, l’Interno alla Polizia. E la Guardia di Finanza?
Incontri a due velocità: Difesa e Interno dialogano, Economia assente
Il 26 giugno scorso, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha incontrato i sindacati della Polizia di Stato. Pochi giorni fa, il 22 luglio, è stato il turno del Ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha ricevuto le organizzazioni sindacali delle Forze Armate e dell’Arma dei Carabinieri. Entrambi gli incontri sono stati preceduti da interlocuzioni con i vertici delle rispettive amministrazioni.
Un percorso chiaro e strutturato che – giustamente – coinvolge chi rappresenta donne e uomini in divisa. Ma c’è un’assenza ingombrante e sempre più difficile da ignorare: quella della Guardia di Finanza.
Guardia di Finanza: nessun tavolo, nessun confronto
Le organizzazioni sindacali USIF, SILF e SIAF, per voce dei rappresentanti Vincenzo Piscozzo, Francesco Zavattolo ed Eliseo Taverna, denunciano una situazione di totale stallo. Le relazioni istituzionali con il Ministero dell’Economia e delle Finanze (da cui la Guardia di Finanza dipende) e con il Comando Generale della Guardia di Finanza risultano praticamente inesistenti.
“Con chi ci dobbiamo relazionare per discutere di contratto, relazioni sindacali, risorse e tutto ciò che attiene alla dignità professionale dei Finanzieri?”, si domandano con crescente preoccupazione.
Esclusi dalle riforme: un rischio concreto
L’assenza di dialogo non è un dettaglio trascurabile. Mentre Polizia, Carabinieri e Forze Armate si confrontano sui futuri contratti, condizioni di lavoro, organizzazione dei servizi e prospettive di carriera, i Finanzieri rischiano di rimanere esclusi da riforme fondamentali per il loro futuro.
La richiesta è chiara: se non si apre un canale serio e istituzionale con MEF e Comando Generale, le sigle sindacali chiedono di essere ricevute nei tavoli con la Difesa o con l’Interno.
“Non possiamo permettere che i Finanzieri siano tagliati fuori dalle riforme che li riguardano.”
Un appello all’apertura: servono risposte concrete
La Guardia di Finanza è un corpo essenziale dello Stato, con funzioni delicate e centrali: dalla lotta all’evasione fiscale, al contrasto alla criminalità economica, fino alla tutela del bilancio pubblico. Non si può pensare di escludere chi rappresenta questi lavoratori dai tavoli che definiscono il loro futuro.
Le organizzazioni sindacali auspicano “un’immediata apertura al dialogo” da parte delle istituzioni competenti. La richiesta non è polemica: è un invito alla responsabilità, alla coerenza istituzionale e al rispetto del ruolo della Guardia di Finanza.
La voce dei Finanzieri non può restare inascoltata
Mentre le altre componenti del comparto sicurezza e difesa ottengono ascolto e attenzione, i Finanzieri attendono ancora un segnale. Non si tratta di una battaglia di visibilità, ma di diritti e pari dignità.
La palla ora passa al Ministero dell’Economia e al Comando Generale: ignorare l’appello delle sigle sindacali significherebbe disconoscere l’impegno quotidiano di migliaia di servitori dello Stato. Un errore che l’Italia non può permettersi.
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