CUCCHI MINACCIATA DI MORTE: “SONO SIMPATIZZANTI DELLA LEGA E SEDICENTI POLIZIOTTI E CARABINIERI”
«Spero che ti facciano fare la stessa fine». Un messaggio scritto sul profilo Facebook di Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, il detenuto morto in carcere nel 2009, sarebbe arrivato oggi da alcuni appartenenti alle forze dell’ordine. E’ quanto riporta il Messaggero.it. «Stiamo ricevendo una serie impressionante di insulti, minacce ed auguri di morte da profili di simpatizzanti della Lega, che è partito di Governo, e da (mi auguro) sedicenti appartenenti a polizia e carabinieri come quello il cui profilo pubblico ora – scrive la Cucchi, pubblicano l’immagine del messaggio – Confesso che ho paura, per me, per la mia famiglia e per Fabio poiché nessuno persegue queste persone ma pare ci si debba preoccupare solo di Casamassima, Rosati e Tedesco». E aggiunge: «Io e Fabio non sappiamo più cosa pensare».
La sorella di Stefano, per la cui morte sono indagati tre carabinieri, ha poi pubblicato un’altra lettera arrivata a casa in cui qualcuno le ha scritto: «Dovrebbe essere lei e non Salvini a scusarsi per tutte le persone che suo fratello ha rovinato con la droga».
Qualche giorno fa in un’intervista a Domenica In la sorella di Cucchi aveva dichiarato: «So perfettamente che la maggioranza di chi indossa la divisa sono persone perbene che compiono il loro dovere e lo fanno per noi. Però – osserva Cucchi- abbiamo un problema serio quando i carabinieri che vengono a testimoniare hanno paura a dire la verità, anche perché vediamo il trattamento riservato a Riccardo Casamassima», il carabiniere che con le sue dichiarazioni ha permesso la riapertura delle indagini e il nuovo processo.
Minacce di morte infatti erano arrivate anche all’avvocato di Francesco Tedesco, il carabiniere che ha accusato i suoi due colleghi, coimputati con lui al processo sulla morte di Stefano Cucchi, di aver pestato il giovane geometra. Il legale, Eugenio Pini, ha presentato querela in Procura a Roma, per «tutelare me stesso», ha detto. Nella telefonata, che potrebbe essere stata registrata, una voce dall’accento siciliano e non camuffata ha detto all’avvocato: