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Crosetto, via i burocrati capaci solo di dire n. “Inutile comprare una nave in più se poi non hai i marinai da metterci sopra”

Il Ministro della Difesa Guido Crosetto sottolinea l’importanza di un intervento deciso sulla burocrazia e di una classe dirigente del settore che sia adeguata ai tempi. “Per un’opera pubblica ora ci vogliono 17 anni, devono diventare quattro o cinque. E con coraggio bisogna usare il machete su quelle catene che bloccano lo sviluppo dell’Italia”, sottolinea Crosetto.

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A chi critica la manovra risponde che non è stato sprecato un solo euro e che si è lavorato per la crescita. Sulla richiesta di Kiev di sistemi antiaerei, spiega che non è ancora cominciata la costruzione del sesto decreto Ucraina, ma ‘se sarà possibile, certamente li aiuteremo a difendersi’, aggiunge.

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“A quelli che sostengono che abbiamo elargito mance, rispondo che non abbiamo sprecato un solo euro. Noi abbiamo lavorato per la crescita”, afferma il ministro della Difesa parlando della manovra economica. Che ha avuto, oltre al problema dei tempi stretti, anche “quello di una classe dirigente nei ministeri e in ogni settore della macchina burocratica che va cambiata in profondità – spiega il ministro -. Non si può pensare di fare politiche nuove e diverse, se nei posti chiave tieni funzionari che hanno mentalità vecchie o servono ideologie di cui noi rappresentiamo l’alternativa.

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Rispetto alla Difesa, Crosetto afferma che l’obiettivo del 2% del Pil non riguarda solo “investimenti militari, ma spese che comprendono anche il personale, le infrastrutture, la manutenzione. Ci siamo resi conto che potremmo avere la necessità di difenderci veramente. E’ inutile comprare una nave in più se poi non hai i marinai da metterci sopra”.

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Quanto alle difese aeree chieste da Zelensky all’Italia, “non abbiamo ancora cominciato la costruzione del sesto decreto. Se sarà possibile certamente li aiuteremo a difendersi”: la fornitura deve essere compatibile, spiega Crosetto, con la possibilità di avere queste armi e di darle a Kiev efficienti e funzionanti. E “se diamo sistemi di difesa aerea all’Ucraina, dobbiamo prenderli dalle nostre scorte e lo dobbiamo fare senza sguarnirci e con la certezza della qualità”.

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