Carabinieri

Covid: carabiniere morto, la famiglia fa causa all’Arma. “Contagiato per omessa formazione e protezione”

La Spezia – Era il primo carabiniere in Italia a perdere la vita a causa del Covid. Ora, a distanza di quasi due anni, la famiglia del maresciallo A.B., 53enne in servizio presso la caserma di La Spezia, ha deciso di citare in giudizio il Ministero della Difesa e il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, chiedendo un risarcimento di oltre un milione di euro. 

 

I fatti risalgono al marzo 2020, quando l’Italia piombava nell’incubo del primo lockdown. Il maresciallo spezzino, stando alla ricostruzione dei legali, avrebbe contratto il virus “per fatto illecito colposo dell’amministrazione datrice di lavoro”. In particolare, viene contestata l’omessa formazione sulla prevenzione del contagio e la mancata fornitura di dispositivi di protezione individuale.

 

Dopo alcuni giorni di febbre alta, le condizioni del 53enne erano precipitate, fino al decesso in rianimazione presso l’ospedale Sant’Andrea. Una morte che aveva scosso la città e l’Arma, prima vittima in divisa del Covid. 

Ora i familiari, assistiti dagli avvocati Iannello e Ricciardi, hanno presentato un ricorso al TAR, respinto per difetto di giurisdizione. Ma sono pronti a riproporre le loro ragioni davanti al giudice civile, chiedendo i danni patrimoniali e soprattutto morali: oltre un milione di euro che, nelle intenzioni, dovranno risarcire le presunte omissioni nella tutela della salute e sicurezza del carabiniere.

Una vicenda drammatica che, ad anni di distanza, approda nelle aule di tribunale. Per fare luce sulle responsabilità di una morte che ha segnato per sempre l’Arma e la città.

error: ll Contenuto è protetto