Politica

CORSI DI NON VIOLENZA PER LA POLIZIA. “DISARMARE I CRIMINALI NON LE FORZE DELL’ORDINE”

Il Ddl presentato dalla De Petris (LeU) in Senato per l’inserimento di corsi di non violenza nell’addestramento delle forze di polizia ha sollevato non poche polemiche negli ultimi giorni.

L’obiettivo sarebbe quello di “includere tra le attività formative e di addestramento delle forze di polizia attività che forniscano utili risorse ermeneutiche ed operative alle forze dell’ordine” per favorire “la corretta percezione, comprensione e gestione delle modalità comunicative e relazionali in situazioni conflit­tuali” e migliorare le “prassi d’in­tervento al dettato costituzionale ed al prin­cipio di legalità e di responsabilità”.

Secondo la De Petris, l’Italia soffre da anni di “episodi esecrabili”, ovvero “storie di fermati dalle forze dell’ordine e successi­vamente deceduti, come i casi eclatanti di Stefano Cucchi, Federico Aldovrandi, Giu­seppe Uva, Michele Ferrulli, Carlo Saturno”. Vicende che, ne è certa la senatrice LeU, “con opportune misure di prevenzione ed educazione alla nonviolenza” non sarebbero arrivate ad “esiti fatali”.

Corsi di non violenza per le forze dell’ordine, l’ultima follia del centrosinistra che con le sue proposte impopolari continua ad allargare il solco profondo scavato tra sé e i cittadini. Ad essere incolmabile ormai non è solo il distacco creato con il paese, ed evidenziato in maniera inequivocabile dalle elezioni del 4 marzo, ma è anche la distanza che separa quella latitudine politica dal concetto di “buonsenso”. E’ il commento dell’on. Riccardo Augusto Marchetti della Lega.

“Di questo concetto Matteo Salvini ne ha fatto uno dei pilastri che sorregge il nuovo corso di una Lega in continua espansione. Di questo concetto, altre espressioni politiche ormai dirette al più totale declino, vedi Liberi e Uguali, ne ignorano completamente l’esistenza. Si, perché parlare di “norme per l’inclusione della conoscenza e dell’addestramento all’uso delle risorse della nonviolenza nell’ambito dei percorsi didattici per l’istruzione, la formazione e l’aggiornamento del personale delle forze di polizia”, così il titolo chilometrico della proposta di legge di LeU, è davvero qualcosa di sconcertante, fuori dall’attualità, completamente distante dalla realtà e da ogni logica possibile e per tali motivi totalmente degno della sinistra di oggi.

Nel testo del disegno di legge – prosegue Marchetti -si parla senza criterio (e senza alcuna vergogna) di “abusi di potere”, “episodi esecrabili” “pestaggi” e “omicidi” commessi dalle forze dell’ordine e si arriva addirittura a insinuare che l’addestramento cui sono sottoposti gli agenti di polizia li porterebbe a “disumanizzare e a considerare pericolosi per l’ordine sociale gli antagonisti, i ribelli, gli emarginati, i carcerati”. Siamo al paradosso più totale. Non devo riflettere più di mezzo secondo per prendere le distanze da una legge del genere che vorrebbe quasi disarmare la polizia e renderla inerme di fronte a chi delinque.

Personalmente, non me ne voglia Liberi e Uguali, preferisco utilizzare quel buonsenso di cui parlavo prima e continuare a pensare che coloro da disarmare, coloro cui proporre corsi di non violenza, non siano gli agenti delle forze dell’ordine, alle quali anzi dovremmo aumentare stipendi e raggio si azione, ma i criminali, cioè proprio quegli “antagonisti”, quei “ribelli”, quei ladri, quegli assassini, quei violenti, aggiungo io, che ogni giorno mettono in serio rischio l’incolumità dei cittadini. Di queste persone ce ne sono sempre di più in giro proprio per colpa della sinistra a trazione PD che ha depenalizzato molti reati, che favorisce un’immigrazione incontrollata, che non tutela le forze dell’ordine, ad oggi alle prese con carenze di organico, scarse risorse e mezzi a disposizione.

E ora quella parte politica vorrebbe anche disarmarle, sminuirle, farle passare per “colpevoli” di reati. Voglio dire a Liberi e Uguali e a chi ha proposto questo disegno di legge che possiamo solo fare un encomio a tutti quei uomini e donne che ogni giorno rischiano la vita per proteggere i cittadini, nonostante turni massacranti e stipendi al minimo. Sono proprio quei agenti e militari ad impegnarsi costantemente per il ripristino della legalità, della normalità, del vivere civile. Mi viene da pensare – conclude Marchetti – che Liberi e Uguali non conosca il significato della parola “buonsenso”, dovrebbe almeno imparare il significato della parola “vergogna”.”

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