Polizia Penitenziaria

Coronavirus, colloqui sospesi: rivolta in carcere, 200 detenuti sul tetto armati di spranghe

Tensione nel carcere di Salerno-Fuorni a causa di una rivolta inscenata da duecento detenuti. Ci sono danni in un piano della struttura. La protesta sarebbe scoppiata dopo l’annunciata sospensione dei colloqui per l’allerta Coronavirus. Gli agenti della polizia penitenziaria, guidati dal comandante Gianluigi Lancellotta, hanno tentato di domare la rivolta. Sul posto anche il questore di Salerno e il comandante provinciale dei carabinieri. La protesta è rientrata dopo alcune ore, in serata i detenuti sono tornati nelle sezioni.

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«Questi avvenimenti purtroppo sono il sintomo di un sistema al collasso , proprio ieri in sede di contrattazione si chiedeva alla direzione di attivare presso i competenti uffici la richiesta di un interpello nazionale straordinario , onde poter ripristinare quel minimo di sicurezza indispensabile a chi opera a tutela della collettività, come gli appartenenti al corpo di polizia penitenziaria. Servono interventi urgenti non più rinviabili», dichiarano il segretario regionale Fns Cisl Lorenza Sorrentino e il responsabile area metropolitana Cisl Luigi D’Ambrosio. 
 


I detenuti rivoltosi, circa duecento, secondo quanto si apprende dall’Uspp, sono saliti sul tetto del carcere di Salerno, presidiato, all’esterno dalle altre forze dell’ordine e sorvegliato dall’alto da un elicottero. Secondo quanto si appreso da fonti sindacali, i detenuti si sono armati di spranghe di ferro ricavate dalle brande con le quali hanno distrutto tutto quello che c’era da distruggere. Dopo avere divelto le inferriate dei finestroni sono riusciti a salire sui tetti. Sono intervenuti anche rinforzi della Polizia penitenziaria dalla regione. Sul posto sono presenti il provveditore degli istituti di pena della Campania ed altre autorità preposte all’ordine pubblico.

«Proteste, per fortuna subito rientrate, come quelle in atto nel carcere di Salerno, si sono registrate oggi anche nell’istituto penitenziario di Carinola e nel carcere napoletano di Poggioreale». Lo rendono noto, in un comunicato, il segretario regionale e il presidente dell’Uspp Ciro Auricchio e Giuseppe Moretti.

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