CON LA LEGGE DI STABILITÀ 80 EURO NON STABILIZZATI E RIORDINO DIFFERITO?
Abbiamo in anteprima pubblicato la voce fuori dal coro di due delegati del co.ce.r carabinieri che hanno intravisto tra le righe della legge di stabilità la “fregatura” dell’aut aut, o riordino o bonus. Oggi pubblichiamo un commento del sindacato O.S.A.P.P. della Polizia Penitenziaria, a firma del segretario generale Leo Beneduci.
I gravi eventi sismici dell’Italia centrale e le osservazioni della UE sullo “zerovirgola” della prossima Manovra Economica rendono difficile formulare previsioni sui contenuti definitivi che la Legge di Stabilità, che il Parlamento si appresta a valutare, potrà avere, soprattutto sui temi di interesse delle donne e degli uomini delle Forze Armate e di Polizia.
Ciò nonostante, alcune considerazioni su quanto è assai probabile che accada ci possono aiutare a programmare le iniziative che un Sindacato attento e partecipe deve assumere nell’interesse dei Colleghi.
In primo luogo sarebbe oramai assodato che nel disegno di legge di stabilità licenziato dal Governo non vi sia alcuna stabilizzazione in busta paga degli 80 euro bensì una proroga a tutto il 2017 dell’una tantum. Le motivazioni risiederebbero nel fatto che tra Riordino, Contratto e 80 euro stabilizzati (per aumenti medi pro-capite mensili, complessivamente pari a €.30 + €.15 + €.32), le retribuzioni mensili risultanti potrebbero restare inalterate se non addirittura più “leggere”, tra quelle del 2016 e quelle del 2017, soprattutto per i ruoli iniziali e di base (che sono la maggioranza degli addetti), per un risultato complessivo che il Governo Renzi, soprattutto dopo le promesse di alcuni suoi ministri, può tutt’altro che permettersi quali che siano i risultati del referendum di dicembre.
Altrettanto risulterebbe che nella Legge di Stabilità il Riordino delle Carriere, per il quale ancora proseguono gli incontri tra le Amministrazioni, non goda di specifici stanziamenti ma al pari delle previsioni contrattuali (dell’intero settore e non solo del nostro Comparto), le risorse necessarie debbano trovare capienza in un unico serbatoio omnicomprensivo di quasi 2 mld di euro (1.9 mld).
Con buona pace di chi ha già esultato per il raggiungimento del contemporaneo risultato del Contratto e del Riordino entro dicembre 2016, si prefigurerebbe l’ipotesi di appena 200 mln. di euro disponibili per 2017 che diventerebbero 390 solo nel 2018, e quindi di un Riordino con decorrenza differita alla metà dell’anno prossimo, o per “fasi” progressive.
Arduo più che difficile affermare in questo momento, con negli occhi le immagini dei borghi cancellati dalla cartina geografica e le migliaia di sfollati in cerca di alloggio, tra cui peraltro nostri donne e uomini, che nel caso in cui le previsioni negative siano confermate, siamo pronti a scendere in piazza per il diritto alla giusta retribuzione del nostro sacrificio quotidiano che anche il terremoto ha rinnovato.
Ma di questo nostro senso di responsabilità, come della nostra pazienza degli ultimi 7 anni, il Governo e la politica non ne approfittino più di tanto.