Cocer CC, da Appuntato Casamassima offese a colleghi: “Tanti Carabinieri non si vergognano di alzare una sbarra”
“Il Co.Ce.R. Carabinieri da sempre ha voluto mantenere la propria terzietà nelle vicende inerenti all’Istituzione e ai Carabinieri sulle quali le Magistrature indagano eon il preciso intento di evitare inopportune intromissioni”.
Così si spiega in una nota rispetto ad “alcune esternazioni riconducibili all’Appuntato Casamassima, circa il suo demansionamento, per essere stato trasferito alla Scuola Allievi di Roma, e la conseguente perdita economica, a causa del viaggio per raggiungere la nuova sede di servizio, riteniamo opportuno esprimere I’opinione di chi è stato eletto per rappresentare i Carabinieri e per difenderne la dignità”.
Insomma “nel pieno rispetto dell’operato e delle funzioni dell’ANAC, nonché nella consapevolezza che chi sbaglia deve essere giustamente perseguito, riteniamo opportuno precisare che svolgere il servizio di vigilanza rientra nei compiti propri degli appartenenti al ruolo Appuntati/Carabinieri e l’affermazione riconducibile al Casamassima offende tutti coloro che quotidianamente, e non solo presso le Scuole, operano per assolvere questo importante e delicato compito, a garanzia della sicurezza delle infrastrutture militari”.
Inoltre “con riferimento alla perdita economica dovuta al viaggio per raggiungere il posto di lavoro, non possiamo non ricordare che grazie alla Legge della Regione Lazio del 31.07.2002, al personale delle Forze di Polizia e quindi a tutti i Carabinieri che operano nel in questa Regione è garantita la gratuita dei mezzi pubblici, anche quello ferroviario”.
I Co.Ce.R., “nell’augurare all’Appuntato Casamassima di poter ritrovare la giusta serenità familiare e risolvere tutti i suoi problemi, molti dei quali a sentir dire precedenti alla sua nota testimonianza ritiene opportuno però salvaguardare il lavoro dignitoso e onesto dei tanti Carabinieri che non si vergognano di alzare una sbarra, consapevoli che anche quello è un compito da svolgere con correttezza e responsabilità per il quale mensilmente percepiscono uno stipendio, che seppur misero, consente loro di vivere e servire lo Stato”.