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Carriera alias alla Difesa? Crosetto non ne sapeva nulla

La sfera politica italiana si è recentemente trovata al centro di un dibattito tanto delicato quanto divisivo, con il Ministro della Difesa Guido Crosetto sorpreso dall’annuncio di nuove politiche ministeriali riguardanti l’identità di genere. Un utente di Twitter ha portato alla luce l’adozione da parte del Ministero della Difesa di procedure per il riconoscimento dell’identità alias, destinate ai dipendenti in transizione di genere del reparto di amministrazione.

La circolare, spiega il testo, «ha la finalità di promuovere il riconoscimento dei diritti della persona in transizione di genere per i dipendenti dell’Amministrazione della Difesa, al fine di eliminare situazioni di disagio» che riguardano «l’orientamento sessuale». La carriera alias – o identità alias – è un protocollo che permette di registrarsi con il nome che corrisponde alla propria identità di genere anche se questo è diverso da quello anagrafico.

Il tweet di Crosetto

La rivelazione ha sorpreso lo stesso ministro Crosetto, che su Twitter ha espresso il proprio stupore, affermando di non essere stato informato preventivamente. «Lo scopro ora e non avendolo visto suppongo non sia stato coordinato né con Segretario Generale (da cui dipende la Direzione) né con Gabinetto o Ufficio Legislativo. Il Direttore ha probabilmente ritenuto che l’applicazione del contratto collettivo lo esimesse da condivisione».

Le reazioni non si sono fatte attendere. Pro Vita & Famiglia Onlus, un’associazione cattolica contraria alle politiche LGBTQ+, ha espresso forte disapprovazione. Essa sostiene che l’adozione dell’identità alias non abbia fondamento scientifico o giuridico e potrebbe comprimere il diritto alla privacy, oltre a minacciare la sicurezza, specialmente in spazi riservati alle donne.

Il ministro Crosetto ora si trova di fronte a una sfida complicata, dovendo bilanciare questioni di diritti civili e sicurezza interna, mentre gestisce contestualmente tematiche geopolitiche urgenti, dall’Ucraina a Taiwan. La situazione attuale riflette una tensione interna: spesso, le sfide più grandi provengono non tanto dai nemici esterni, quanto dalle dinamiche interne.

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