Sindacati Militari

Carabinieri, la denuncia di La Fortuna: «Circolari illogiche che spostano uomini come pedine e indeboliscono l’Arma»


La denuncia: provvedimenti che disorientano e penalizzano i militari

«Le disposizioni contenute nella circolare del Comando Generale dell’Arma sui criteri di assegnazione dei neopromossi Sovrintendenti, lo dico da sempre, sono apparentemente irragionevoli, se non del tutto illogiche». Così Giuseppe La Fortuna, dirigente dell’USMIA Carabinieri, interviene su una questione che continua a far discutere l’intero comparto.

Secondo La Fortuna, la circolare imporrebbe ai Comandanti di Corpo di adottare decisioni che ignorano competenze e professionalità acquisite in anni di servizio, causando «malessere, disorientamento e gravi disagi» non solo ai militari coinvolti, ma anche alle loro famiglie.

Provvedimenti che, secondo La Fortuna, «spostano uomini e donne come semplici pacchi postali, senza considerare anni di esperienza, specializzazioni e radicamento nei territori».


Effetti devastanti: rinunce, stress e reparti in difficoltà

Il quadro delineato da La Fortuna è allarmante: «Assistiamo ogni anno ad un’epidemia di rinunce al corso da parte di numerosi militari, profondamente delusi nelle loro aspettative di carriera e di vita privata».
Una tendenza che, a suo dire, rischia di indebolire l’efficienza dei Reparti e compromettere la sicurezza dei territori, poiché personale altamente qualificato viene movimentato senza criteri che tengano conto delle esigenze operative e investigative, ma solo dei numeri e delle caselle da riempire.

«Quando chi possiede esperienza operativa e investigativa viene dirottato senza criterio, a pagarne il prezzo sono i reparti e, in ultima analisi, la sicurezza dei cittadini».

La domanda di La Fortuna è inequivocabile e brucia come un monito:

«Le valutazioni delle posizioni d’impiego saranno davvero capaci di rispettare, in ogni angolo del Paese, il valore delle competenze e delle esperienze maturate sul campo

Per il dirigente USMIA, il punto non è la forma, ma la sostanza di un sistema che rischia di sacrificare il merito sull’altare della burocrazia:
«Se si affrontassero le singole istanze con l’attenzione che meritano, sarebbe evidente come questa circolare – frutto di un’eredità gestionale che continua a pesare – stia sgretolando equilibri consolidati e depotenziando Reparti che un tempo rappresentavano l’eccellenza operativa dell’Arma».


La proposta: revocare le circolari che minano il benessere del personale

La Fortuna non si limita alla denuncia ma avanza una richiesta precisa: «Revocare tutte le circolari che hanno inciso, e continuano ad incidere, negativamente sul benessere del personale».
Solo così, sostiene, si potrà restituire ai Comandanti competenti «quelli che conoscono uomini, territori e potenzialità» la gestione del personale, «riconciliando le esigenze dell’Istituzione con i diritti di chi la serve ogni giorno».
Un’azione «ardua ma necessaria», che – a suo dire – sarebbe accolta positivamente dai Carabinieri, come segnale di rispetto verso due secoli di storia e sacrificio.


Il messaggio al vertice: coraggio e visione per salvare l’Arma

In chiusura, un appello al Comandante Generale Salvatore Luongo, visto come possibile artefice del cambiamento: «È il momento di spezzare le catene di una burocrazia che soffoca il merito. Serve flessibilità, perché i migliori non rinuncino a crescere. Se ai vertici è concesso il salto di carriera, perché negarlo alla base?».

Un messaggio che non è semplice critica, ma un invito a non disperdere due secoli di storia, competenze e sacrificio, prima che l’Arma perda ciò che l’ha resa grande: i suoi uomini e le loro qualità.


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