Carabinieri

Carabiniere inseguito, insultato e minacciato davanti la caserma: il giudice assolve 26enne di Carovigno

Che i carabinieri inseguano qualcuno è la norma. Che un’auto dei militari venga inseguita, è l’eccezione, che si è materializzata a Carovigno il 5 febbraio 2022. Il protagonista della singolare vicenda è un cittadino carovignese di 26 anni. L’inseguitore è finito davanti al giudice monocratico del Tribunale di Brindisi (c’è stata la citazione diretta e il rito abbreviato) con le accuse di minaccia e oltraggio a pubblico ufficiale.

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Oggi, lunedì 17 luglio 2023, il giudice Raffaella Lopane ha assolto il carovignese. Il pm che si è occupato del caso, Livia Orlando, aveva chiesto una condanna pari a cinque mesi di reclusione. L’avvocato, invece, aveva chiesto il non doversi procedere per difetto di querela per quanto riguarda la minaccia, mentre l’assoluzione per quanto riguarda l’oltraggio a pubblico ufficiale. Ma da dove è nata la “furia” e il relativo inseguimento da parte del 26enne? A suo dire, da un mancato “aiuto” del malcapitato militare, il co-protagonista.

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Ecco i fatti così come sono stati ricostruiti dai carabinieri della stazione di Carovigno.

Un carabiniere, a bordo dell’auto di servizio, fa ritorno verso il garage. In via Filippo Turati nota un gruppo di giovani, nei pressi di un’auto, che ostruisce la strada. Il militare, poiché intralciavano il transito veicolare, usa i lampeggianti per farli spostare. E così accade. Arrivato nei pressi del garage della stazione carabinieri, il militare nota arrivare a tutta velocità un’altra auto.

A bordo c’è un 26enne di Carovigno che lui, per motivi di lavoro, riconosce. Impossibile non notarlo, tra l’altro, l’auto del ragazzo percorre una strada contromano. Quest’ultimo scende dall’auto e inizia a inveire contro il malcapitato militare con frasi che non è opportuno riportare integralmente. Il carabiniere è basito, ma non si scompone: abbassa il finestrino e chiede conto di tale comportamento. La risposta è una sequela di improperi e minacce. 

Tra una parolaccia in dialetto e l’altra, il 26enne “spiega” che il carabiniere non lo avrebbe soccorso pochi istanti prima. Il giovane “asserisce” che sarebbe stato tamponato poco prima da un’auto che si è data alla fuga. Il carabiniere trasecola.

Dopotutto, nessuno gli ha detto niente – men che meno il protagonista della vicenda – quando è passato davanti al gruppo di ragazzi poco prima. Il militare assicura che avrebbe chiamato una pattuglia, ma questo non basta a placare l’ira funesta del giovane che, per soprammercato, inizia a dare manate contro l’auto di servizio.

Giungono i colleghi, ma il giovane non si placa. Arriva – è la ricostruzione dei militari – a mettersi a tu per tu con aria minacciosa contro il viso del carabiniere, involontario co-protagonista della vicenda. Alla fine il 26enne viene denunciato per questi episodi. Il processo, con citazione diretta e celebrato in abbreviato, ha messo la parola “fine” a questa vicenda.

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