Carabinieri

CARABINIERE ASSOLTO REGISTRA INTERROGATORIO CON PM: “SONO STATO INTIMIDITO DAL MAGISTRATO”

Colpo di scena. C’è una registrazione a supportare la pesante richiesta di risarcimento danni per decine di migliaia di euro allo Stato presentata dai legali dell’appuntato dei carabinieri Marco Casavere (gli avvocati Donatella Poggi e Alessandra Guarini) accusato ingiustamente di abuso d’ufficio e assolto con formula piena in due gradi di giudizio. «L’ho fatto per tutelarmi», ha spiegato lui in questo stralcio di intervista riportata dall’Eco di BiellaPerché lo aveva fatto?
«Ho registrato il colloquio perché certe parole e certi atteggiamenti utilizzati nei precedenti incontri non potevo dimostrarli. Dovevo riuscire in qualche modo a tutelarmi. In precedenza ho cercato di collaborare, ho consegnato nelle mani degli inquirenti l’elenco delle aziende da me ispezionate negli ultimi due anni. Pensavo che quei documenti bastassero per comprendere che non c’entravo con la loro indagine, che ero pulito e che non avevo proprio nulla da nascondere. La prima volta mi avevano tenuto in ufficio da mezzogiorno alle sei e mezza del pomeriggio, senza mangiare né bere, accusandomi di cose che stentavo a capire, utilizzando metodi a mio modo di vedere discutibili. Purtroppo non sono mai stati cristallini. Così, dopo quell’esperienza, ho deciso di tutelarmi perché lo spirito collaborativo era venuto per forza di cose meno. Durante l’ultima conversazione, durata 26 minuti, il magistrato ha ammesso d’aver parlato lui con i vertici dell’Arma per farmi rimuovere dal Nucleo ispettorato del lavoro e farmi trasferire. Continuava a insistere che non collaboravo e che ero reticente. Risposi che avevo messo a loro disposizione tutto quanto in mio possesso e a mia conoscenza…».

La registrazione – riportata su Dvd-rom a cui è stata allegata una relazione tecnica correlata di certificazione di non manomissione – era stata eseguita nell’ufficio del piemme Ernesto Napolillo il 22 novembre 2012 dalle 15 e 30 alle 15 e 56 quando l’appuntato Casavere si era presentato per l’ennesima volta per meglio chiarire la sua posizione processuale. Secondo i legali dell’appuntato, «con fare intimidatorio e incalzante, il dottor Napolillo insisteva affinché l’appuntato Casavere diventasse più collaborativo, prospettando l’inevitabile iscrizione nel registro degli indagati per concorso in estorsione con l’altro indagato nel caso no avesse fornito sufficienti indicazioni sulle modalità con cui l’altro indagato si presentava nelle aziende».

Pesante il passaggio successivo: «L’insistenza del sostituto procuratore, si concretizzava in una chiara minaccia di grave danno, quando indicava all’appuntato la possibilità di scelta ta l’essere indagato per abuso d’ufficio o, in caso di mancata collaborazione con la Procura, quella più pesante di concorso in estorsione».
I passaggi. «… comunque sarà indagato, questo gliel’ho detto… come ho detto.. però una cosa è essere indagato per abuso d’ufficio che è un reato molto… insomma più… uhmmm … circoscritto anche in termini di pena e presupposti e soprattutto difficile anche da dimostrare … quindi è un reato sul quale si può difendere facilmente… altra cosa sul concorso in estorsione…». E’ questo uno dei passaggi più significativi della registrazione quando il sostituto procuratore Napolillo cerca di convincere l’appuntato prospettandogli la possibilità di essere indagato per un reato più grave o meno grave a seconda del suo grado di collaborazione.
Per poi proseguire: «… ogni contributo rientra nelle sue possibilità e rimangono aperti da accertare visto che è anche un carabiniere quindi rimane da accertare, da capire perché queste 50 euro l’ora (era la cifra che era stata pattuita per l’attività di formazione da svolgere in collaborazione con uno studio professionale di Cossato in cui era socio l’altro indagato. Casavere non avrebbe comunque mai intascato un euro, ndr) lei le prendeva perché se è così bravo per le lezioni e se è così per carità lo dica, lo confermi che è così oppure perché comunque indirettamente assecondava il d’Amato (il principale indagato, la cui posizione si è altrettanto sgonfiata) in qualche… (incomprensibile)».

La reazione. Secondo i legali di Casavere, il «tenore del colloquio è comprovato dalla registrazione audio effettuata dall’attore nell’occasione di luogo e di tempo sopra indicate». Da quel giorno, l’appuntato, ancora in forza all’Ispettorato del lavoro di Biella, era stato privato di ogni incarico e tale stato di inoccupazione forzata era proseguito fino al trasferimento attuato il 6 giugno 2013. 

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