La nuova uniforme dei Carabinieri: un passo avanti o indietro? UNARMA, “la polo sarebbe la soluzione più semplice”
Il IV Reparto del Comando Generale ha diffuso una nota informativa in merito la distribuzione della nuova uniforme estiva in uso al personale delle Stazioni e Tenenze. La problematica delle nuove divise estive per i carabinieri riguarda soprattutto i nuovi manufatti che non sembrano essere adeguati alle esigenze dei militari. Secondo il sindacato UNARMA, infatti, le nuove divise estive non solo non sono state distribuite in modo adeguato, ma presentano anche delle difficoltà di utilizzo legate ai nuovi manufatti.
“Ci si domanda – chiede UNARMA – se il Comando Generale è a conoscenza del fatto che la distribuzione dei nuovi manufatti a cui fa riferimento non sia ancora avvenuta (se non in un solo capo CAMICIA a manica corta, distribuita nel 2022) a carico del personale in servizio di molte Regioni, come ad esempio: Veneto, Piemonte, Sicilia, Calabria, Liguria ecc. Pare inverosimile che dopo quasi due anni dall’adozione della nuova uniforme estiva il personale debba continuare ad attendere la distribuzione ex novo di gran parte del materiale e che il servizio d’istituto nei mesi estivi debba essere svolto con l’assegnazione di solo due camice azzurre di “nuovo modello”, costringendo così ad effettuare continui lavaggi giornalieri al fine di garantirsi una continuità di ricambio e mantenere un’appropriata pulizia ed igiene durante l’espletamento del proprio turno di lavoro.”Il personale chiede un cambio di direzione: l’appello alla responsabilità dell’amministrazione
UNARMA fa notare “come ad oggi non esista, o peggio, l’Amministrazione non voglia porre in essere un cambio di direzione e far utilizzare, manufatti idonei che possano soddisfare le reali esigenze del personale che quotidianamente operano sul territorio. Basti pensare al fatto che il nuovo materiale di vestizione appositamente sperimentato e ideato per le stazioni/tenenze è identico, se non per qualche accorgimento, a quello precedentemente usato.
UNARMA sottolinea che:- la nuova camicia estiva è identica se non peggiore per qualità di materiale a quella precedentemente utilizzata prima del 2022;
- il pantalone sia di qualità scadente e le scarpe in alcun modo non rispecchiano alcuna delle norme previste sulla sicurezza nei luoghi di lavoro (non avendo alcuna caratteristica di tipo antinfortunistico e per un movimento agile e di pronto intervento);
- L’ utilizzo del berretto rigido nei servizi esterni/operativi non risulta per niente confacente al tipo di servizio operativo a cui le pattuglie sono demandate (basti pensare alla scena del Carabiniere che corre dietro a qualche malintenzionato con una mano in testa per sorreggere il berretto).
Gli unici capi di abbigliamento di nuova assegnazione realmente apprezzati dal personale sono stati, lo zuccotto, lo scaldacollo e i guanti con funzione anti-taglio.
Il diritto di un abbigliamento operativo adeguato alle esigenze attuali
L’abbigliamento – secondo UNARMA – non è coerente alle mansioni affidate ove si avrebbe necessità di uno strumento versatile, interoperabile e di facile utilizzo e che sarebbe facilmente superata a “costo zero” con il semplice utilizzo di capi di vestiario già in uso da ormai diversi anni in molti reparti, come ad esempio la Maglietta POLO (in uso all’acquisita Forestale e non solo) che potrebbe benissimo sostituire la “NUOVA CAMICIA”, nonché anche quella precedentemente utilizzata, in quanto quest’ultima è ancora in uso ai reparti delle Sezioni/Aliquote Radiomobili; oppure altra soluzione, già adottata nel periodo del COVID e molto apprezzata dal personale dipendente e non solo, quella di utilizzare la tuta da ORDINE PUBBLICO nei servizi esterni, il cui impiego non ha suscitato alcun tipo di reazione negativa nella popolazione, certamente non interessata “all’eleganza” di un operatore di polizia, ma la competenza e l’efficienza nel risolvere la problematica segnalata.
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Il gap generazionale nell’arma territoriale: una sfida che può essere superata con la programmazione finanziaria
In tale prospettiva appare condizione fondamentale una programmazione finanziaria nel lungo termine, realizzabile e pragmatica, per la finalizzazione di interventi quanto mai necessari e urgenti che consentano di modernizzare e rinnovare gli attuali sistemi per superare il gap generazionale accumulato in anni al fine di raggiungere lo scopo operativo per i quali l’arma territoriale e giornalmente esposta. In tutte queste evoluzioni il vero punto di forza resta sempre la componente umana. Uomini e donne specializzati, capaci e professionali che possono fare affidamento su una coesione unica basata su solidi fondamenti valoriali che delineano l’identità di Carabinieri d’Italia pronto ad ogni evenienza, ma che non può venire meno con un abbigliamento inadeguato alla modernizzazione attuale e operativa. Solo in questo processo di modernizzazione l’Arma dei Carabinieri potrà continuare ad operare con successo per la difesa e la sicurezza del Paese, tra la gente e per la gente, rispondendo, in ogni occasione, ai rinnovati impegni che sarà chiamata a sostenere, con un carabiniere soddisfatto e sicuro del suo essere figlio di una mamma pronta a rispondere alle esigenze, come predisporre un abbigliamento idoneo e sicuro per ogni evenienza.