6 mesi nelle Forze Armate per formare i giovani. Ecco cosa prevede la proposta di legge in via di approvazione. “Rinsaldare l’amore per la patria ed il senso di appartenenza alla Repubblica”
C’era una volta la naja: 144 anni di servizio militare che hanno messo le stellette a 24 milioni di italiani. Finché, a gennaio 2005, anche la leva è andata in pensione.
Oggi la Camera dovrà esprimesi su una proposta di legge dalla Commissione difesa con appoggio bipartisan, che disciplina le modalità per l’avvio di un progetto sperimentale finalizzato a valutare la possibilità di svolgere percorsi formativi in ambito militare rivolti a cittadini italiani di età compresa tra i 18 e i 22 anni.
In cosa consiste quella che i giornali hanno sminuito definendola Mini Naja? Per progetto sperimentale di formazione in ambito militare s’intende un progetto, di durata semestrale e non retribuito, rivolto a cittadini italiani di età compresa tra i 18 e i 22 anni, articolato proporzionalmente:
a) in corsi di studio in modalità e-learning;
b) permanenza presso le strutture formative, operative e addestrative delle Forze armate e dell’Arma dei carabinieri, equamente individuate su tutto il territorio nazionale dal Capo di Stato maggiore della Difesa ai sensi dell’articolo 3, comprese le scuole e le accademie militari;
c) in forme di apprendimento pratico, che consentano, il raggiungimento dei seguenti obiettivi:
a) comprensione del valore civico della difesa della patria sancito dall’articolo 52 della Costituzione quale sacro dovere di ogni cittadino;
b) cognizione degli alti valori connessi alla difesa delle istituzioni democratiche del Paese attraverso lo strumento militare in Italia e all’estero;
c) approfondimento dei princìpi fondamentali che regolano l’ordinamento militare e la specificità dello status militare in ragione dei peculiari compiti assegnati al relativo personale e degli obblighi imposti per il loro assolvimento;
d) conoscenza, in maniera diversificata a seconda dell’età e del grado di istruzione dei partecipanti, delle principali minacce alla sicurezza interna e internazionale, anche attraverso la partecipazione a seminari di studio con la partecipazione dei rappresentanti degli organismi facenti parte del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica
e) studio dell’architettura istituzionale preposta alla protezione cibernetica nazionale, con particolare riferimento ai ruoli e alle competenze dei soggetti incaricati di garantire l’autenticità, l’integrità, la disponibilità e la riservatezza dei dati e dei servizi che gravitano nello spazio cibernetico. In tale ambito deve essere acquisita una conoscenza approfondita del tema relativo all’evoluzione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nell’ambito delle Forze armate e al conseguente sviluppo di adeguati sistemi di difesa cibernetica, con particolare riferimento alle attività del Comando interforze per le operazioni cibernetiche.
Al fine di assicurare un elevato grado di conoscenza della minaccia cibernetica deve essere altresì valutata la possibilità di:
1) organizzare presso il Comando C4 difesa simulazioni di possibili attacchi cibernetici coinvolgendo a tale fine personale dei Computer Emergency Response Team dello Stato maggiore della difesa, dell’Esercito, della Marina militare, dell’Aeronautica, dell’Arma dei Carabinieri e della Scuola telecomunicazioni Forze armate di Chiavari;
2) assistere alle esercitazioni organizzate dal Cooperative Cyber Defence Centre of Excellence dell’Alleanza Atlantica finalizzate a valutare le capacità di cooperazione delle organizzazioni partecipanti e perfezionare le procedure di scambio informativo in ambito nazionale e della NATO sui temi della difesa e sicurezza cibernetica;
f) acquisizione di conoscenze in tema di cooperazione strutturata permanente nell’ambito della difesa europea (Pesco);
g) incontri con le diverse realtà economico-sociali del Paese utili ai fini della conoscenza delle diverse articolazioni del sistema produttivo nazionale e l’eccellenza del comparto industriale connesso ai settori della difesa e della sicurezza.
Al termine dello svolgimento del progetto sperimentale di formazione in ambito militare l’amministrazione della difesa sarà tenuta a rilasciare un attestato che certifichi l’esito positivo del percorso formativo svolto. L’attestato potrà essere utilizzato, all’atto della collocazione sul mercato del lavoro, quale titolo attestante le specifiche esperienze maturate e costituirà, inoltre, titolo valutabile ai fini della nomina ad ufficiale di complemento. Lo svolgimento con esito positivo del progetto sperimentale di formazione in ambito militare consentirà, inoltre, l’acquisizione di crediti formativi universitari