Carabinieri, il Colonnello Fabio Cagnazzo torna in libertà dopo 8 mesi in carcere. “Io l’Arma ce l’ho stampata sul cuore”
Dopo otto mesi trascorsi nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, il colonnello dei Carabinieri Fabio Cagnazzo è tornato in libertà. A disporlo è stato il Giudice per le indagini preliminari, che ha revocato la misura cautelare in carcere nei confronti dell’alto ufficiale dell’Arma, coinvolto nelle indagini sull’omicidio di Angelo Vassallo, il “Sindaco Pescatore”.
Una decisione che riaccende i riflettori non solo sulla figura dell’ufficiale, ma anche su un tema centrale nel dibattito giuridico italiano: l’abuso della custodia cautelare e la delicatezza di un sistema che spesso anticipa la pena, senza che vi sia ancora un processo.
La svolta giudiziaria: Cassazione e Tribunale del Riesame ribaltano la misura cautelare
La Procura di Salerno aveva già richiesto l’annullamento dell’ordinanza che aveva portato all’arresto di Cagnazzo. Ma a determinare la scarcerazione è stata la Cassazione, che ha annullato con rinvio il provvedimento cautelare, aprendo la strada alla successiva pronuncia del Tribunale del Riesame.
A pesare sulla decisione dei giudici sarebbero state le contraddizioni emerse nei racconti di alcuni ex collaboratori di giustizia, su cui si era basata parte dell’impianto accusatorio. Dal militare, all’uscita dal carcere, è arrivato un solo, sobrio commento: «Frastornato ma felice».
Chi è Fabio Cagnazzo: “Io l’Arma ce l’ho stampata sul cuore”
«Io l’Arma ce l’ho stampata sul cuore»: così amava definirsi Fabio Cagnazzo, colonnello dei Carabinieri con un curriculum di assoluto rilievo. Tra il 2017 e il 2020 ha ricoperto il ruolo di comandante provinciale dell’Arma a Frosinone, distinguendosi in operazioni investigative e operative complesse, tra cui l’accelerazione decisiva nelle indagini sull’omicidio di Serena Mollicone.
Cagnazzo è cresciuto in una famiglia profondamente legata all’Arma: figlio e fratello d’arte, il padre Domenico Cagnazzo, fu vice comandante generale dell’Arma e generale di Corpo d’Armata, noto per aver catturato Totò Riina. Il fratello gemello Massimo è anch’egli colonnello, mentre il terzo fratello, Salvatore, ha ricoperto il ruolo di comandante della Legione Carabinieri Marche. Una famiglia-simbolo dell’Istituzione, che ha segnato profondamente la vita e la carriera di Fabio.
Una carriera al servizio dello Stato: dai latitanti ai clan camorristici
Durante i suoi anni a Frosinone, Fabio Cagnazzo ha guidato operazioni di altissimo livello, ricevendo numerosi encomi. Era solito mostrarli a chi gli faceva visita nel suo ufficio di viale Mazzini, orgoglioso dei risultati ottenuti nella lotta alla criminalità.
Tra gli arresti di rilievo, si annoverano:
- Vincenzo Capone, inserito tra i 100 latitanti più pericolosi d’Italia, legato al clan napoletano dei Crimaldi;
- Modestino Pellino, capo zona del clan Moccia;
- Stefano Ronga, ricercato a Formia, affiliato al clan Ranucci;
- Pasquale Vargas, legato al clan dei Casalesi, catturato in un condominio di Giugliano in Campania;
- E infine i fratelli Russo, inseguiti per 15 anni, sin da quando Cagnazzo era giovane capitano a Nola.
Una carriera costellata di risultati investigativi di primo piano, che mal si concilia con le gravi accuse oggi mosse nei suoi confronti.
Garantismo e giustizia: la dignità di chi serve lo Stato non va calpestata
Il principio di presunzione di innocenza è un fondamento irrinunciabile della democrazia. Nessuno dovrebbe essere privato della libertà prima di un processo equo. E ancor più grave è farlo con chi, come Fabio Cagnazzo, ha dedicato l’intera vita a difendere la legalità e servire le istituzioni.
La sua liberazione non chiude il caso, ma apre una nuova fase, in cui sarà fondamentale valutare a fondo ogni elemento, senza pregiudizi. La dignità personale e professionale di un uomo dello Stato non può essere sospesa con leggerezza.
Infodifesa è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale
Cosa Aspetti? Al costo di meno di un caffè al mese potrai leggere le nostre notizie senza gli spazi pubblicitari ed accedere a contenuti premium riservati agli abbonati – CLICCA QUI PER ABBONARTI