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2600 UOMINI IN PIÙ PER LE FORZE DI POLIZIA NEL 2014

Lo ha annunciato il
ministro dell’Interno Angelino Alfano nel corso del question time svolto il 18 giugno alla Camera
dei Deputati. Precisazioni anche sulle proteste dei migranti al centro Cara di
Castelnuovo di Porto (Rm), attentati alle sedi del Partito Democratico e sul
fenomeno dei cittadini europei di religione musulmana che si arruolano tra i
ribelli in Siria.

«Non ci sarà nessun
agente in meno sulle strade: i cittadini possono stare sicuri». E’
l’affermazione con la quale il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha
risposto, nel corso del question time che si è svolto oggi alla Camera dei
Deputati, alla prima interrogazione sulle problematiche di razionalizzazione
della spesa dell’amministrazione dell’Interno, ed in particolare alle strutture
operative delle forze dell’ordine.
Con la legge di
stabilità del 2014, ha specificato Alfano, è stato previsto uno stanziamento
specifico di 700 milioni di euro a favore delle Forze di polizia ed è stata
avviata una significativa inversione di tendenza rispetto alle restrizioni
degli ultimi anni all’intero comparto sicurezza. «Con la stessa legge – ha
ricordato il ministro – l’intera quota del Fondo unico giustizia che spetta al
ministero dell’Interno è stata destinata all’incentivazione del personale di
polizia impiegato nelle attività operative e di controllo del territorio, ed
all’incremento della funzionalità generale dei servizi».

«Quest’anno, ha detto Alfano, la copertura del turnover delle Forze di polizia
è stata portata al 55%. Grazie a quest’ultimo intervento, per il 2014
sarà possibile procedere a 2.600 nuove assunzioni di poliziotti, carabinieri e
finanzieri
». L’impianto della legge 121 del 1981, ha affermato il ministro
dell’Interno, imperniato sul necessario pluralismo delle forze di polizia e
sulla valorizzazione della funzione di coordinamento è ancora valido: «Siamo
consapevoli – ha sottolineato – che un più forte coordinamento all’interno del
sistema di pubblica sicurezza può essere un formidabile riduttore di sprechi e
dispersione di risorse e, al tempo stesso, un potenziale moltiplicatore di
efficienze e sinergie operative». E’ per questo motivo che l’obiettivo
privilegiato è quello di, ha concluso il ministro, «eliminare duplicazioni
funzionali, individuate proprio sulla base di una valorizzazione del
coordinamento».

A proposito del
comportamento delle forze dell’ordine in occasione della protesta, avvenuta il
10 giugno 2014, dei migranti ospitati presso ilCentro di accoglienza per
richiedenti asilo (Cara) di Castelnuovo di Porto (Rm)
, oggetto della
seconda interrogazione, il titolare del Viminale ha precisato che gli
uomini intervenuti, «non hanno commesso eccessi né violato le leggi»
. Dalla
ricostruzione dei fatti, ha spiegato il ministro, «non emergono elementi tali
da far ipotizzare una condotta delle forze di polizia che abbia violato moduli
operativi ispirati a criteri di equilibrio e prudenza da inquadrare in un
contesto di ripristino dell’ordine pubblico».
Dopo aver espresso
solidarietà al Partito Democratico per i due attentati ai danni delle
sedi di Firenze e Trento
, materia della terza domanda, Alfano ha assicurato
che, «in entrambi i casi sono state avviate serrate indagini per
l’individuazione dei responsabili». Dietro questi atti, ha precisato il
ministro dell’Interno, «sembra esserci l’antagonismo, soprattutto di matrice
anarchico insurrezionalista, che intende opporsi alla politica governativa
nazionale ed in ambito europeo del partito.
Le forze
dell’ordine, comunque, sono costantemente impegnate nelle attività di vigilanza
e di protezione delle sedi dei partiti ed in particolare, in questa fase, a
quelle del Pd, oltre che nell’azione di prevenzione del fenomeno».

Infine, per quanto
riguarda il fenomeno dei cittadini europei di religione musulmana che
si arruolano tra le fila dei ribelli al regime di Assad in Siria
, Alfano ha
spiegato che, «sono circa 2.300, secondo stime di Europol, i giovani estremisti
islamici che dai Paesi dell’Unione europea hanno raggiunto la Siria per unirsi
alle diverse formazioni attive nel conflitto». L’attività del Governo italiano
in proposito, ha detto il titolare del Viminale, si basa soprattutto, «sullo
scambio informativo tra il nostro antiterrorismo e le strutture degli altri
Paesi europei, in particolare con Germania, Austria e Francia, colpiti in
misura più intensa dal fenomeno dei ‘foreign fighters’, da cui pare si sia
generato anche il tragico attentato stragista del 24 maggio scorso al museo
ebraico di Bruxelles». Inoltre, ha sottolineato il ministro, «anche con il
supporto informativo della nostra intelligence ed il coordinamento
dell’autorità giudiziaria, sono costantemente monitorati vari soggetti
sospettati di essere intenzionati a prendere parte al conflitto siriano». Sotto
il profilo della cooperazione in ambito Ue, ha concluso Alfano, «la delegazione
italiana al gruppo antiterrorismo, in vista del semestre di presidenza italiana
del Consiglio Europeo, ha già diffuso un progetto per la costituzione di una
Squadra multinazionale ad hoc Il progetto, in sintesi, prevede la creazione di
stabili gruppi di lavoro formati da investigatori dei diversi Paesi interessati
al fenomeno perché possano scambiarsi tempestive informazioni e pianificare
meccanismi di contenimento della minaccia».

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