Riunito ieri, il Consiglio dei ministri ha approvato, su proposta del ministro della Difesa, Roberta Pinotti, il conferimento al generale di Corpo d’armata Ugo Zottin dell’incarico di Vice Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri. Dopo un anno di reggenza, infatti, il generale di Corpo d’armata Tullio Del Sette lascia il prestigioso incarico.
Il 2013 è stato per i vice comandanti l’anno delle polemiche, accese dall’avvicendarsi di ben 4 generali all’incarico (Gasparri, Iadanza, Girone, Del Sette) e connesse al cospicuo emolumento della speciale indennità pensionabile.
Paradossalmente, infatti, (come hanno sottolineato Tito Boeri e Giuseppe Pisauro per lavoce.info) ai vice comandanti dei Carabinieri fino a oggi la Sip è stata riconosciuta dopo la cessazione dal servizio, per via del meccanismo di calcolo del trattamento economico che spetta al personale militare quando va in ausiliaria. Poiché al
momento della cessazione si è promossi al grado superiore (un capitano diventa maggiore, un colonnello diventa generale e così via), ecco che per i vice comandanti l’aggancio, secondo un’interpretazione delle norme decisamente
generosa (a rigore ricoprono già il grado massimo, che è quello di generale di corpo d’armata), fa incassare anche la Sip. Pensioni che raddoppiano, con un esborso complessivo, dal 2005 (da quando cioè l’importo della Sip ha avuto
l’ultimo importante incremento) a oggi di svariati milioni. Il tutto nel mezzo di una crisi pesantissima, mentre venivano chiesti duri sacrifici a milioni di italiani.
 
Probabilmente per non alimentare ulteriori polemiche, il ministero della Difesa, bene farebbe a chiarire quali sono, se ancora vi sono, oneri economici connessi all’incarico di vice comandante.