Video Choc: Aggrediscono i poliziotti con calci, pugni e sputi e finiscono ai domiciliari. Agente in ospedale con polso fratturato
Scene da Far West alla stazione di Città di Castello: agenti umiliati, colpiti e presi a sputi da due stranieri che ora se ne stanno comodamente a casa. Il video dell’aggressione mostra tutta l’impotenza delle forze dell’ordine, costrette a subire violenze per il timore di ritorsioni disciplinari.
SCENE DA FAR WEST: LA VIOLENZA IN DIRETTA
Il video è brutale nella sua cruda realtà: due agenti, soli e praticamente inermi, subiscono l’ira selvaggia di due stranieri che, tra sputi e calci, mostrano tutto il proprio disprezzo per le divise. Una scena che fa male agli occhi, ripresa dai telefonini dei passanti davanti alla stazione di Città di Castello, dove la pattuglia era intervenuta per una “banale” segnalazione.
AGENTI SOTTO ASSEDIO
Un tunisino 41enne, già noto alle forze dell’ordine, sfida la pattuglia con una raffica di sputi, calci e pugni contro gli agenti e la volante. Come se non bastasse, chiama “rinforzi”: arriva in bicicletta un peruviano 22enne che, invece di frenare, si lancia come un missile contro i poliziotti. Il risultato? Un agente finisce in ospedale con polso fratturato, ginocchio e schiena lesionati.
QUANDO LA PAURA BLOCCA L’AZIONE
Gli agenti, armati anche di taser, si trovano paradossalmente a dover gestire una situazione esplosiva con il freno a mano tirato: ogni mossa potrebbe trasformarli da vittime in carnefici agli occhi dell’opinione pubblica. E così, mentre i due aggressori sferrano la loro violenza gratuita, la pattuglia deve limitarsi a contenere i danni.
IL PREMIO? DOMICILIARI!
Il “premio” per questa sfacciata sfida allo Stato? Arresti domiciliari per entrambi. Una misura che sa di beffa, mentre in Umbria la politica si affanna in un balletto di dichiarazioni.
LA POLITICA DEI PROCLAMI
Il sottosegretario all’Interno Prisco, umbro doc, annuncia trionfante l’arrivo di 31 nuovi agenti. Come se il problema fosse il numero e non l’autorità: due agenti rispettati e autorizzati a fare il proprio lavoro senza il terrore delle conseguenze valgono più di cento con le mani legate.
Dall’altra parte della barricata, i parlamentari umbri del PD Verini e Ascani si lanciano nel consueto esercizio di critica: “rinforzi insufficienti”, dicono, senza però proporre alternative concrete. La solita litania dell’opposizione, mentre i poliziotti continuano a rischiare la vita.
La verità è che né i rinforzi promessi dalla destra, né le critiche della sinistra risolveranno il problema. Servono autorevolezza, rispetto per la divisa e certezza della pena. Ma questo, evidentemente, non fa parte del vocabolario dei nostri politici.
LA BEFFA FINALE: AGGRESSORI IN POLTRONA, AGENTI IN OSPEDALE
Intanto i due aggressori sono a casa loro, magari a guardare sui social il video della loro “impresa”, mentre i poliziotti feriti si leccano le ferite e i loro colleghi tornano in strada, sapendo che domani potrebbe toccare a loro. Con una divisa da onorare, la paura di agire e una classe politica che usa le loro sofferenze per quattro like su Facebook.
Quando la giustizia diventa un’ingiustizia, che messaggio diamo a chi ci difende?
La domanda sorge spontanea: se questa è la risposta dello Stato a chi prende a calci e sputi i suoi rappresentanti, che messaggio stiamo mandando?
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