Val Gardena, carabiniere travolto da una valanga durante un’esercitazione, è gravissimo
Un carabiniere travolto da una valanga in Val Gardena è ricoverato in condizioni disperate all’ospedale di Bolzano. Il militare stava svolgendo un addestramento, in compagnia di altri due colleghi. Tutti e tre sono membri del vicino Centro di addestramento alpino dei carabinieri in Vallunga. L’istruttore, in un punto delicato dell’escursione per motivi di sicurezza, ha anticipato i due compagni, quando è stato travolto dalla slavina. Sul posto sono intervenuti il soccorso alpino della Val Gardena e dell’elisoccorso Aiut Alpin Dolomites, che hanno liberato e rianimato il militare, che comunque è in gravissime condizioni.
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Come ha spiegato alcune settimane fa a Fanpage.it Ennio Rizzotti, guida alpina, speleologica e canyon, istruttore nazionale del Soccorso Alpino e tecnico di elisoccorso “il cambiamento climatico gioca senza dubbio un ruolo e il passaggio da un basso rischio di valanghe a uno elevato può essere davvero repentino: talvolta bastano poche ore per passare da una situazione di relativa sicurezza a una invece di grande pericolo. Tuttavia esistono siti specialistici piuttosto precisi sia per quanto riguarda l’aspetto meteorologico e nivologico: è necessario quindi che chi va in montagna li consulti sempre prima di avventurarsi in un’escursione o in una discesa sugli sci valutando le zone più sicure, pianificando attentamente le attività da fare e quando possibile affidandosi sempre a dei professionisti”. I siti più accreditati sono quelli delle Protezioni Civili regionali e Meteomont, dell’Arma dei Carabinieri.
Il soccorritore spiega inoltre che “nell’eventualità di essere travolti da una slavina bisogna assicurarsi che gli sci si stacchino dai piedi e possibilmente tentare di coprirsi le vie aeree con un semplice scaldacollo per evitare che la bocca si riempia di neve e non si riesca più a respirare. Dopodiché se si finisce sotto una valanga – e si ha la fortuna di sopravvivere – non si può fare praticamente niente, se non attendere soccorsi”.