Unarma,”Giù le mani dai Comandanti di stazione”: Rischio trasferimenti per lunga permanenza
Da qualche giorno circola la notizia che l’Arma dei Carabinieri si stia preparando ad un riassetto organizzativo piuttosto importante.
Pare – la formula dubitativa è d’obbligo – che il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Giovanni Nistri, abbia intenzione di organizzare, sulla scia di quanto già previsto per i reparti speciali, un avvicendamento massivo dei Marescialli/Luogotenenti Comandanti di Stazione che abbiano compiuto almeno dieci anni di permanenza nella sede di servizio. E’ verosimile che chi si trovi a comandare una Stazione Carabinieri da più di dieci anni, dovrà fare le valigie e raggiungere una nuova sede.
Unarma Asc, lo storico Sindacato dei Carabinieri che rappresenta già migliaia di iscritti, nel suo stile battagliero e concreto, non ha dubbi sulla opposizione a questa discutibile eventualità.
I Marescialli dei Carabinieri da anni stanno subendo ogni possibile umiliazione, dal frustrante demansionamento, alla perdita di responsabilità diretta nel controllo del territorio, al discutibile riordino delle carriere, che li ha visti ricorrenti in ogni sede giudiziaria, nonché alle sofferenze stipendiali dovute al blocco del tetto salariale ed alla mancata attivazione della previdenza complementare.
Una ipotesi del genere, si spera tale rimanga – continua la nota di Unarma Asc -, costituirebbe un vero e proprio annientamento del ruolo, asse portante della IV forza armata e frontiera di contatto con i cittadini.
Se fosse vero, significherebbe mettere in ginocchio migliaia di famiglie con traslochi da alloggi di servizio e gravi difficoltà per le persone coinvolte, nonché ingenti spese per l’Amministrazione: la maggior parte dei trasferimenti sarebbero a spese dello Stato. Non è stato fatto ancora un calcolo preciso, ma nel caso in cui si adottasse questo provvedimento, la maggior parte di oltre 4000 Comandanti di Stazione potrebbe cambiare sede di servizio.
Se fosse vero, inoltre, non si comprende il motivo per cui il Comandante Generale, come ultimo atto del suo mandato triennale, abbia deciso di stravolgere una delle poche certezze del ruolo Marescialli: essere il punto di riferimento costante e duraturo della comunità in cui presta servizio.
Se fosse vero, siamo seriamente preoccupati perché verrebbe calpestata duramente la dignità di donne ed uomini che tanto fanno in silenzio, in ogni luogo, anche il più remoto, per il popolo italiano.
La nota di Unarma Asc, nello stigmatizzare che negli ultimi anni troppo spesso la Benemerita è stata al centro di discutibili vicissitudini che l’hanno portata a perdere il primato di Istituzione più amata dagli italiani, si conclude con un’amara riflessione sul silenzio del Cocer di fronte ad un ipotetico e gravissimo provvedimento che colpirebbe l’intera categoria dei Marescialli Comandanti di Stazione: se il provvedimento passasse, il Cocer risulterebbe complice, come risulterebbero complici quei segretari nazionali di sigle sindacali presenti nel Cocer, che ancora una volta si dimostrerebbero prigionieri delle vecchie e inutili logiche di categoria della Rappresentanza Militare, lasciando soli ancora una volta i Marescialli comandanti di stazione!”Unarma Asc non lascia indietro nessuno”