Un giorno di consegna all’appuntato con il ritratto del duce in ufficio. I giudici confermano: “Sbagliato ostentare questi simboli in ufficio”
Vicino alla sua scrivania, in caserma, aveva affisso un quadretto con l’immagine di Benito Mussolini e altre immaginette di epoca fascista. Per questa ragione un appuntato dei carabinieri della Val di Susa è stato punito dai suoi superiori con un giorno di consegna, sanzione ora confermata dai giudici del Tar del Piemonte.
A segnalare l’immagine del duce ad un parlamentare, che aveva interpellato il comandante della Stazione, era stato un No Tav nel marzo 2016. Nello stabilire il giorno di consegna, gli ufficiali non contestano il “mero possesso” degli oggetti, ma la loro “ostensione” nell’ufficio, soprattutto considerando che l’appuntato sapeva che “il soggetto indagato, condotto presso il suo ufficio, risultava di area antagonista e sottoposto a misure cautelari” insieme ad altre persone tra cui una accusata “di oltraggio a pubblico ufficiale per aver gridato ‘fascista’ a un carabiniere”.
Secondo i magistrati amministrativi, i doveri del militari devono essere letti alla luce della Costituzione che è “fondata sui valori dell’antifascismo e di ripudio dell’ideologia autoritaria fascista” e “pone il principio di apoliticità delle forze armate medesime”.
La settimana precedente il Tar aveva confermato un altro provvedimento disciplinare contro un collega dell’appuntato che aveva appeso in ufficio un calendario dei carabinieri del 1939 con l’immagine di Mussolini sulla copertina.