Esercito

Troppi militari impegnati: cambia Strade sicure? Dopo 16 anni il generale Masiello fa il punto della situazione

Sedici anni di militari per le strade italiane. Era il 4 agosto 2008 quando prese il via l’operazione “Strade Sicure”, fortemente voluta dall’allora governo per far fronte alla crescente criminalità nelle città con 3.000 unità delle Forze Armate a supporto di Polizia e Carabinieri. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia e oggi a tracciare un bilancio di questa lunga missione è il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, il generale Carmine Masiello.

“Allo stato attuale, la legge di bilancio 2024 autorizza fino al 31 dicembre di quest’anno una forza complessiva di 6.800 unità, tra Esercito, Marina e Aeronautica” spiega Masiello, delineando subito l’entità dell’impegno. 800 di questi sono impegnati nell’operazione “Stazioni Sicure”, a vigilare in 20 snodi ferroviari strategici da Genova a Palermo. Il resto è dispiegato in una miriade di servizi, dalla sorveglianza di 929 obiettivi sensibili alla frontiera per contrastare l’immigrazione illegale.

“Dal suo avvio, nell’ambito dell’operazione Strade Sicure l’Esercito ha concorso all’effettuazione di 17.959 arresti, 46.507 denunce e 38.306 fermi” snocciola i numeri il generale, nonché al sequestro di quasi 2 tonnellate di droga. Solo nell’ultimo anno, sono stati 650 gli interventi per aggressioni, risse e spaccio.

Ma a che prezzo? Il generale non nasconde le difficoltà: “L’impegno dell’Esercito è considerevole in termini di forze impiegate. È all’esame la sostenibilità dell’operazione, per non compromettere l’operatività dello strumento militare”. In sostanza, spiega Masiello, “12-14 reggimenti di manovra sono sottratti costantemente all’addestramento al combattimento” con effetti sulla preparazione complessiva.

Sono troppi i militari che partecipano all’operazione Strade sicure nelle principali città in supporto alle forze di polizia: 6.800 dopo l’aumento deciso con un emendamento all’ultima Legge di bilancio (erano 5mila prima). Un contributo pesante, che rischia di compromettere i crescenti impegni richiesti alle forze armate italiane nei vari teatri di crisi internazionali. Per questo il governo sta riflettendo sulla sostenibilità dell’operazione – era stata in particolare la Lega a spingere sull’incremento del contingente – e potrebbe ora decidere dei tagli.

Insomma, l’operazione Strade Sicure ha portato indubbi benefici ma dopo 16 anni inizia a pesare sulle spalle della Difesa. Forse è tempo di un tagliando per capire se e come proseguirla.

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