Strage di Erba: la morte dell'avvocato dell'unico superstite e l'ipotesi revisione per il processo
L’inaspettato ritrovamento del corpo di Manuel Gabrielli, l’avvocato di Mario Frigerio, unico sopravvissuto alla strage di Erba, riaccende i riflettori sul pluriomicidio dell’11 dicembre 2006. I due condannati in via definitiva per la strage, i coniugi Rosa Bazzi e Olindo Romano, hanno sempre dichiarato la loro innocenza. Il legale di Bazzi e Romano ha però annunciato la possibile riapertura del processo sulla base di nuovi elementi non ancora rivelati. Azouz Marzouk, marito di una delle vittime, contattato da upday sui nuovi sviluppi, ha preferito non parlare: “Non me la sento”. Un punto sulla vicenda giudiziaria.
Il ritrovamento del corpo senza vita dell’uomo che fu l’avvocato di Mario Frigerio, Manuel Gabrielli, ha riacceso i riflettori sulla strage di Erba. Sono da poco trascorsi 16 anni dall’efferato crimine, avvenuto l’11 dicembre 2006 e che ha portato alla condanna all’ergastolo Rosa Bazzi e Olindo Romano per aver ucciso a colpi di coltello e spranga Raffaella Castagna, il figlio di due anni Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Frigerio, supertestimone e unico sopravvissuto alla sera del delitto, fu decisivo con la sua testimonianza. Picchiato e accoltellato alla gola, riuscì a salvarsi solo grazie a una malformazione congenita della carotide.
La morte dell’avvocato
Mario Frigerio, morto nel 2014, era stato seguito all’epoca dei fatti da un giovanissimo Manuel Gabrielli. Lo scorso 8 gennaio l’avvocato è stato trovato senza vita dalla moglie nella sua casa di Novedrate, in provincia di Como. Il corpo del 47enne era in garage. Inutile l’allarme e i successivi soccorsi: non c’è stato nulla da fare. Impossibile al momento stabilire cosa sia accaduto. Gli inquirenti non escludono il gesto volontario, circostanza questa che ha acceso immediatamente una lampadina negli appassionati di nera. Ma è anche vero che Gabrielli nel corso della sua carriera ha seguito molti altri casi e pare che negli ultimi tempi mostrasse una insolita preoccupazione per aver ricevuto alcune minacce. Sul corpo è stata disposta l’autopsia.
Erba: verso una revisione del processo?
“Spero che in un mese riusciremo ad assemblare tutto il materiale, comprese le consulenze che gli esperti stanno finendo, mi auguro e suppongo che entro la metà di febbraio potremo presentare la richiesta di revisione”. Con queste parole nel corso del programma “Lombardia Nera”, Fabio Schembri, avvocato difensore di Rosa Bazzi e Olindo Romano ha di fatto annunciato una possibile revisione del processo sulla base di alcune importanti novità.
Nuove prove e un testimone chiave
Il legale dei coniugi Romano e i suoi colleghi avrebbero diverso materiale tra le mani. L’avvocato, infatti, non parla solo di nuove prove, ma anche di un inedito super testimone. Una persona mai ascoltata fino ad oggi? Qualcuno che dopo anni e anni ha deciso di farsi avanti e raccontare una nuova versione dei fatti? Come rivelato dallo stesso avvocato in un’intervista a Cusano Italia Tv si tratterebbe di un tunisino amico di Azouz Marzouk che avrebbe parlato di liti e accoltellamenti riguardo un traffico di stupefacenti.
La verità di Olindo Romano
In una lunga intervista rilasciata dal carcere all’Adnkronos, Olindo Romano, condannato in via definitiva alla pena dell’ergastolo così come la moglie Rosa, ha ribadito come il legale Schembri sia stato sempre convinto della loro innocenza. “Non è più l’unico, grazie a Dio, a credere che io e mia moglie non abbiamo commesso la strage di Erba. Non so perché non sia stata approfondita la pista dello spaccio di droga, continuo a pensare che sia stato più semplice incastrare due persone come noi, non sveglissime e inconsapevoli, di quello che ci stava piombando addosso. Sono passati sedici anni, ci sto riflettendo parecchio in questi giorni. Forse è arrivato il momento di fare un po’ di chiarezza” ha detto Olindo. L’ex netturbino fa anche riferimento alle liti tra Raffaella Castagna e Azouz Marzouk: “Io le liti dalla casa di Raffaella e Azouz le ricordo bene, litigavano spesso, ma non per questo abbiamo pensato di fare una strage. E, in effetti, non c’entriamo nulla. Chi è stato? Non lo so, diversamente lo avrei già detto ai miei avvocati, ma di certo una strage simile può farla solo chi è abituato a fare quelle cose, non penso sia facile improvvisare un fatto del genere così efferato”.
Il dito puntato contro Azouz Marzouk
Quando Olindo Romano parla di spaccio di droga, si riferisce ai precedenti di Azouz Marzouk, marito di Raffaella Castagna e padre del piccolo Youssef. Nel 2006 l’uomo aveva però un alibi di ferro, confermato anche dagli inquirenti: la sera della strage si trovava in Tunisia per far visita ai genitori. Contattato da upday Marzouk ha detto di non sentirsela di commentare le parole di Olindo Romano né tantomeno di ribadire la sua posizione rispetto alla tragica perdita della moglie e del figlio.
La vita di Rosa e Olindo in carcere
È sempre l’avvocato Schembri a dipingere le giornate di marito e moglie. “Olindo è detenuto nel carcere di Opera e Rosa in quello di Bollate, ma da poco hanno ripreso a vedersi quindi a rifare i colloqui dopo il Covid; prima si sentivano solo telefonicamente. Vivono due vite differenti, Rosa si è creata il suo mondo all’interno dell’ambiente carcerario perché è protetta e ha trovato tutto quello che le serve. Olindo invece vive con il pensiero di Rosa e mi dice sempre di fare di tutto per farlo uscire dal carcere per riabbracciare la sua amata moglie”.
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