Stipendi, previsioni aumenti per Polizia e Forze armate. Cresceranno anche le pensioni
Le forze dell’ordine in Italia, rappresentate da poliziotti, carabinieri, finanzieri e vigili del fuoco, stanno per vivere una svolta significativa nella loro storia contrattuale. Un’innovazione che si traduce non solo in un tangibile incremento degli stipendi, ma anche in un calcolo pensionistico più vantaggioso, in contrasto con quanto previsto per altri settori pubblici come medici e infermieri.
Dettagli dell’Incremento Stipendiale
L’emendamento alla manovra finanziaria (riportato in anteprima da Infodifesa clicca qui per leggere), recentemente proposto dal governo e depositato in Commissione Bilancio al Senato, prevede un aumento salariale fino a 194 euro lordi al mese. Questo aumento rappresenta una significativa crescita rispetto agli attuali standard salariali delle forze dell’ordine.
Finanziamenti Specifici e Licenza Sindacale
L’emendamento include anche lo stanziamento di 1,7 milioni di euro destinati a finanziare una licenza speciale per i sindacalisti militari nel limite di 9 giorni al mese per 7 dirigenti sindacali delle 32 sigle sindacali militari iscritte ai rispetti albi ministeriali per 6 mesi. Oltre a ciò, Palazzo Chigi e il Tesoro hanno aggiunto altri 105 milioni di euro al fondo di 1,5 miliardi già previsto per gli aumenti contrattuali, parte di un pacchetto più ampio di 5 miliardi destinati al settore pubblico.
Investimento nel Salario Accessorio
Nel contesto dell’attuale riforma contrattuale per le forze dell’ordine italiane, un aspetto che emerge con particolare rilievo è la destinazione di una porzione significativa dei fondi alla componente del “salario accessorio”. Degli oltre cento milioni di euro stanziati, ben trentadue milioni sono specificamente allocati per questo scopo. L’intenzione, come sottolineato nell’emendamento, è quella di “valorizzare i servizi di natura operativa” svolto dalle forze dell’ordine.
Questa scelta politica si inserisce in un quadro più ampio, dove si osserva una tensione tra le diverse forme di remunerazione del personale militare e di polizia. INFODIFESA, in particolare, ha evidenziato come, nel contesto delle recenti dichiarazioni del premier relative all’incremento dello straordinario, alcune sigle sindacali militari abbiano mostrato una preferenza per un aumento del salario fisso piuttosto che per un incremento del trattamento accessorio.
Questa preferenza deriva dalla natura più stabile, prevedibile e maggiormente contributiva (ai fini pensionistici) del salario fisso rispetto al salario accessorio, che può variare a seconda delle circostanze e delle attività svolte.
Polizze Sanitarie per il Personale
L’emendamento prevede inoltre un investimento di 38,3 milioni di euro per la stipula di polizze assicurative per la copertura sanitaria e infortunistica complementare. Questo permetterà alle forze dell’ordine di offrire una maggiore tutela sanitaria per sé e per i propri familiari.
Regime Previdenziale per Forze dell’Ordine e Forze Armate
La parte più rilevante dell’emendamento alla manovra finanziaria riguarda una significativa riforma nel regime previdenziale per poliziotti, carabinieri, militari e vigili del fuoco. Una modifica sostanziale sta nel nuovo metodo di calcolo del montante contributivo per chi è andato o andrà in pensione a partire dal 1° gennaio 2022. Questo cambiamento prevede un montante contributivo più favorevole, risultando in pensioni più elevate per i membri delle forze dell’ordine.
Motivazioni della Riforma Pensionistica
La decisione di adottare un regime previdenziale più favorevole per le forze dell’ordine si distacca dalle politiche applicate ad altre categorie professionali nel settore pubblico, come medici, infermieri, insegnanti e dipendenti degli enti locali. Il fulcro di questa scelta deriva dalla natura del lavoro nel settore della Sicurezza, Difesa e Soccorso pubblico. Tradizionalmente, il personale di queste categorie va in pensione anticipatamente, generalmente all’età di 60 anni, a causa dei limiti di età imposti dalle normative del settore.
Questa pensione anticipata significa che i lavoratori del comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso pubblico versano meno contributi previdenziali nel corso della loro carriera rispetto ad altri settori. In un sistema pensionistico che si sta orientando verso un calcolo totalmente contributivo, questo potrebbe tradursi in pensioni notevolmente inferiori per loro, rispetto ad altri dipendenti pubblici che hanno versato contributi per un periodo più lungo.
Implicazioni del Nuovo Calcolo Pensionistico
Per mitigare questo squilibrio, il governo ha proposto di aumentare il “coefficiente di trasformazione del montante contributivo” per le forze dell’ordine. Tale modifica assicura che, nonostante un periodo contributivo più breve, il personale delle forze dell’ordine possa godere di una pensione più adeguata, riconoscendo il valore e la specificità del loro servizio.
Come abbiamo sottolineato in questo articolo, questa riforma, proposta già nella scorsa legislatura e ora ripresentata da Gasparri, favorisce coloro che si ritirano a 60 anni, secondo le norme pensionistiche ordinarie del settore. Tuttavia, almeno per il momento, non sembra fornire lo stesso vantaggio a coloro che si ritirano prima del limite di età ordinamentale. Questo aspetto della riforma solleva questioni importanti sulla sua equità e sull’impatto che avrà su diverse fasce di personale all’interno delle forze dell’ordine.
Nonostante queste promettenti previsioni, la relazione tecnica dell’emendamento sottolinea che i 10 milioni di euro stanziati potrebbero non essere sufficienti a lungo termine. Si stima che fino al 2033 saranno necessari 1,7 miliardi di euro per garantire pensioni adeguate a tutti i militari in pensione.
Le previsioni sul contratto
In conclusione, con la prevista firma del nuovo contratto entro il 2024, il personale delle forze dell’ordine italiane – militari e poliziotti – può ragionevolmente aspettarsi un incremento salariale significativo. Le stime attuali indicano un aumento che varia tra i 170 e i 190 euro lordi. Tuttavia, è importante sottolineare che questi numeri potrebbero subire variazioni in seguito alle negoziazioni e alle discussioni con le diverse sigle sindacali rappresentative del settore.
La concertazione sindacale, infatti, giocherà un ruolo cruciale nel definire l’entità esatta dell’aumento salariale e nel modellare gli altri aspetti del nuovo contratto, inclusi quelli relativi al salario accessorio e alle condizioni pensionistiche. Le prospettive positive intraviste in queste riforme dovranno essere bilanciate con le esigenze e le aspettative di tutte le parti coinvolte, in un processo che richiederà dialogo e compromessi.
Sarà quindi fondamentale monitorare gli sviluppi futuri in questo ambito, per valutare come le negoziazioni influenzeranno il pacchetto complessivo di benefici e miglioramenti proposti per il personale delle forze dell’ordine. Le decisioni prese in questo contesto avranno un impatto significativo non solo sul benessere e sulla motivazione di questi lavoratori, ma anche sulle prestazioni e sull’efficacia dei servizi di sicurezza e soccorso pubblico in Italia. Staremo a vedere come le discussioni evolveranno e quali saranno gli aggiustamenti finali che emergeranno dalla concertazione con le sigle sindacali.
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