Servizio Pubblico, rissa tra Vauro e Mario Mauro sugli F35 (video)
Giovedì 3 ottobre su La7, durante la trasmissione Servizio Pubblico di Michele Santoro, Vauro Senesi e Mario Mauro si sono scontrati sull’acquisto dei caccaibombardieri F-35.
“Non si costruiscono le scuole con i cacciabombardieri“, ha urlato Vauro al ministro della Difesa criticando la spesa pubblica per gli aerei da guerra. “Questa è demagogia ridicola – ha risposto Mauro -. Non avete il cuore per volere la pace. La pace siete abituata a farla nei salotti. Se sei stato in Afghanistan sai che cosa vuol dire rispondere ai problemi della gente”.
“Volevo fare una domanda al ministro Mauro – ha detto il vignettista -. Ho seguito con attenzione il suo discorso sulla mancanza di risorse per accogliere questa gente che fugge dai luoghi di guerra. Ci sono solo due motovedette, no? Anche la Marina militare italiana scarseggia di risorse. E quindi perché noi ci compriamo gli F-35, cacciabombardieri, armi da guerra, armi che servono per fare quelle guerre da cui questi disperati sono costretti a fuggire? Perché i soldi per le armi da guerra li troviamo? Perché li troviamo per i sommergibili”.
La risposta di Mauro, riferendosi alle operazioni a Lampedusa: “Le navi che servono per quel tipo di intervento sono navi da guerra. Sono motovedette. Anche la nave che si aggiungerà a mezzanotte dotata di camera iperbarica che porta i palombari per recuperare le salme. Perché abbiamo un’aviazione militare, una Marina militare, perché siamo armati? Perché pensiamo che questo possa servire quando abbiamo scritto nella Costituzione che rifiutiamo la guerra per la risoluzione delle controversie”.
“Sono fortemente convinto – ha concluso il ministro della Difesa – che lo scopo della convivenza civile della comunità internazionale è perseguire, attraverso la giustizia, la pace. Per fare questo c’è un tempo, quello del contenimento dei conflitti, che serve per creare le condizioni della pace. Perché il contenimento dei conflitti serva bisogna avere una logica di responsabilità, che significa mettersi in mezzo. Stare in mezzo, è una logica di responsabilità”.