Esteri

Sanguinosa imboscata in Mali: decine di mercenari russi uccisi dai ribelli tuareg

Almeno 50 mercenari russi del gruppo Wagner e dieci militari delle Forze armate maliane (Fama) sono stati uccisi dai ribelli tuareg nella battaglia avvenuta la scorsa settimana a Tinzaouaten, città del Mali al confine con l’Algeria. È quanto afferma il sito “Site Intelligence Group”, che monitora le attività jihadiste, che cita una dichiarazione del Gruppo di sostegno all’Islam e ai musulmani (Jnim), affiliato ad al Qaeda, secondo cui i miliziani sono riusciti a “intrappolare un convoglio dell’esercito maliano e mercenari Wagner in un complesso agguato” a sud di Tinzaouaten. L’imboscata è avvenuta lo stesso giorno in cui la coalizione dei ribelli tuareg nota come Quadro strategico permanente per la pace, la sicurezza e lo sviluppo (Csp-Psd) ha dichiarato di aver ucciso e ferito decine di soldati maliani e mercenari Wagner durante i combattimenti nella città di confine di Tinzaouaten.

Il gruppo Wagner ammette pesanti perdite in Mali

Ieri il gruppo mercenario russo Wagner ha ammesso che i suoi combattenti e soldati maliani hanno subito perdite nei pesanti combattimenti contro i ribelli tuareg vicino al confine tra Mali e Algeria. In una rara dichiarazione, Wagner ha affermato che le sue forze hanno combattuto a fianco dei soldati del Mali dal 22 al 27 luglio nei pressi di Tinzaouaten, guidate dal generale Sergei Shevchenko, soprannominato “Pond”, il quale è rimasto ucciso nei combattimenti. “Il primo giorno il ‘gruppo Pond’ ha annientato la maggior parte degli islamisti e messo in fuga il resto. Tuttavia, una successiva tempesta di sabbia ha permesso ai radicali di riorganizzarsi e aumentare i loro numeri a 1.000 persone”, ha affermato Wagner nel suo messaggio pubblicato su Telegram, aggiungendo che i suoi combattenti hanno nuovamente respinto un attacco, ma che sotto il massiccio fuoco dei ribelli si sono verificate delle perdite tra i suoi uomini e l’esercito maliano.

Ex comandante: morti oltre 80 mercenari russi

In precedenza un anonimo ex comandante del 13mo Gruppo d’assalto che scrive con il soprannome “Rusich” aveva scritto su Telegram che sarebbero “più di 80” i mercenari russi del gruppo Wagner che sono rimasti uccisi nei giorni scorsi in Mali nella battaglia di Tinzaouaten, a ridosso del confine con l’Algeria, dopo essere stati attaccati, insieme ai militari dell’esercito di Bamako, da ribelli tuareg e jihadisti affiliati ad Al Qaeda. Lo rivela su Telegram . Proprio il 13mo Gruppo d’assalto del gruppo Wagner, il cui comando “Rusich” afferma di aver dovuto lasciare a causa di non meglio precisate “circostanze”, sarebbe stato protagonista della disfatta a Tinzaouaten. “Al momento, secondo le mie informazioni, nell’operazione sono morti più di 80 uomini. Oltre 15 sono stati presi prigionieri. Parlo dei nostri compagni russi, militari che rappresentano gli interessi della Russia”, scrive “Rusich”, chiedendo nel suo messaggio “aiuto al ministero della Difesa e al governo” di Mosca. “Sono pronto – aggiunge – a mettere a disposizione me stesso e tutte le persone che saranno pronte a seguirmi in modo assolutamente gratuito pur di salvare i ragazzi. Sono pronto a riunire tutte le persone che vorranno volare lì gratuitamente, senza alcun pagamento assicurativo. Noleggerò un charter e, insieme a queste persone, volerò in Mali per aiutare i nostri ragazzi”.

I ribelli tuareg rivendicano la vittoria

A dare notizia della battaglia è stato inizialmente, in un comunicato, il portavoce della coalizione di separatisti tuareg Quadro strategico per la difesa del popolo dell’Azawad (Csp-Dpa), Mohamed Elmaouloud Ramadane, che ha parlato di “due giorni di battaglia” nei pressi del villaggio di Tinzaouaten, nella regione di Kidal, conclusi con la fuga di un’intera colonna di militari dell’esercito maliano e di mercenari russi. Non viene indicato il numero esatto dei morti, ma la disfatta appare confermata dalle informazioni che trapelano nelle ultime ore da canali russi su Telegram, secondo cui i ribelli tuareg avrebbero anche abbattuto un elicottero in uso ai combattenti russi. Secondo il canale “RVvoenkor” nella battaglia con gli islamisti sarebbe morto, tra gli altri, anche Nikita detto “Belyj” (il Bianco): un volontario delle forze speciali e della compagnia mercenaria Wagner, nonché autore del blog “Grey Zone”, che aveva 29 anni. Il giovane aveva lavorato come corrispondente di guerra in Siria e, dopo l’invasione russa dell’Ucraina, si era presentato volontario presso il distretto militare nord e aveva combattuto in alcune unità delle forze speciali, tra cui la decima brigata. “Con l’aiuto del suo canale Telegram – scrive “RVvoenkor” – Nikita ha aiutato molto i ragazzi (al fronte, ndr) ad acquistare equipaggiamenti necessari”. Di recente lavorava in Siria e in Africa, dove pure, scrive “RVvoenkor,” “ha difeso gli interessi della Russia. Era un vero guerriero russo, altruista, ed è morto in modo eroico in una battaglia con i terroristi che hanno teso un’imboscata a un convoglio della compagnia militare privata ‘Wagner’ e alle truppe governative del Mali”.

La zona del Mali settentrionale al confine con l’Algeria è teatro d’intensi combattimenti da giorni. Questa settimana l’esercito di Bamako aveva annunciato di aver preso il controllo della città di Inafarak, ad appena dieci chilometri dalla frontiera. Un comunicato delle Forze armate maliane (Fama) definisce la città come un “importantissimo crocevia commerciale”, oggetto di “traffici” e utilizzato dalla “coalizione mafiosa di gruppi armati, autori di abusi e racket contro le popolazioni pacifiche”, con riferimento ai jihadisti del Gruppo di sostegno all’Islam e ai musulmani (Jnim), affiliato ad al Qaeda, e ai ribelli tuareg della coalizione Csp-Dpa, firmatari dell’accordo di pace del 2015 in seguito rotto da Bamako. Lo scorso novembre l’esercito maliano e i suoi alleati russi guidati dal gruppo Wagner avevano respinto i ribelli del Csp dalla loro roccaforte di Kidal. Il loro arrivo, otto mesi dopo, a Inafarak – situata a più di 120 chilometri a nord di Tessalit, al confine con l’Algeria – costituiva una certa dimostrazione di forza e un duro colpo per i ribelli, i cui combattenti si sono in gran parte ritirati verso il confine algerino. La disfatta a Tinzaouaten sembra ora poter segnare un’inversione di tendenza nell’evoluzione del conflitto.

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