Roma, colonnello morto in un incidente sulla Trionfale: Quirino Filippi si schianta sulla nuova barriera
Ennesimo dramma sulle strade della Capitale. Questa volta, sotto accusa, finiscono anche i nuovi parapedonali appena installati lungo il marciapiede appena realizzato su via Trionfale. Dovrebbero salvaguardare i pedoni ma, troppo spesso, questi transennamenti si rivelano micidiali per motociclisti e scooteristi. L’incidente è avvenuto ieri mattina intorno alle 8, all’incrocio con via Giovan Battista Audifreddi. La Citroen C3 nera guidata da un moldavo di 34 anni, stava girando a sinistra per entrare da un gommista quando ha impattato la Bmw 1250 Gs su cui viaggiava Quirino Filippi, un colonnello dell’Aeronautica di 43 anni, originario di Amaseno (Frosinone), che stava procedendo in direzione di Roma Centro e che, probabilmente, era in sorpasso.
L’impatto tra l’auto e la moto è stato micidiale. Il centauro, secondo quanto riportato da alcuni testimoni, è stato sbalzato di sella, ha sbattuto contro la barriera in ferro, mentre anche la motocicletta gli è carambolata addosso. È morto sul colpo. Uno strazio. In molti hanno tentato di prestare soccorso, sono state chiamate le ambulanze e sul posto sono arrivati i vigili urbani del XIV Gruppo per i rilievi di rito.
Lo scontro è avvenuto nella zona di Casal del Marmo, nell’ora di punta del traffico mattutino proprio nel primo giorno di scuola dopo il rientro dalle vacanze estive, non lontano dall’ingresso dell’ospedale e dell’accesso al Drive-in per i test anti-Covid. La circolazione in tutto il quadrante Nord-Ovest è letteralmente impazzita. Gli agenti della Municipale hanno chiuso il tratto di strada per consentire il passaggio dei mezzi di soccorso, quindi hanno pian piano riaperto una sola corsia con senso di marcia alternato.
La vittima stava andando al lavoro, per prendere servizio al reparto trasmissioni di via Stresa. Il conducente della Citroen C3 si è fermato, era sotto choc ed è stato accompagnato all’ospedale Sant’Andrea per essere sottoposto agli esami per l’alcol e la droga. Come atto dovuto, gli è stata ritirata la patente ed è indagato per omicidio stradale. Gli accertamenti per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente da parte dei caschi bianchi sono in corso. Sia la Citroen che la Bmw sono state messe sotto sequestro. Oggi sarà effettuata l’autopsia di Filippi. Numerosi i testimoni ascoltati, mentre si sta vagliando la presenza di telecamere in zona che possano avere ripreso il momento dello scontro. Intanto, però, montano le polemiche sui nuovi parapedonali.
Già in passato erano stati tolti da altri luoghi e strade capitoline dove erano stati contestati da scooteristi e centauri, come in viale di Castelporziano, all’Infernetto, per esempio. Nella mattinata si sono rincorsi anche gli “aggiornamenti” sull’accaduto sulle pagine Facebook di quartiere, consultate per capire il motivo della paralisi del traffico. «Io ero poco dietro sono ancora scioccata, non ho visto la dinamica ma l’auto che veniva in senso contrario stava girando per entrare dal gommista e la moto l’ha preso in pieno», racconta Katia Z.. E, tra gli altri, anche Valter F. spiega che «purtroppo è morto un motociclista venendo verso Roma, l’auto girando dentro una via, la moto in fase di sorpasso con l’impatto ha preso le ringhiere per segnalare i marciapiedi, andando ad impattare con il corpo e la moto gli è andata addosso ulteriormente».
In tanti raccontano di quello schianto contro i «corrimano in ferro» che dovrebbero garantire una maggiore sicurezza. Giacomo, un residente, conosce bene la Trionfale, «strada maledetta, nuove lacrime, nuovi fiori» e non esita ad affermare che «da motociclista, padre di un altro motociclista la prima cosa che ho pensato vedendo quelle barriere è stata … Dio mio… e infatti dopo qualche giorno una era già stata buttata giù».
Quirino Filippi aveva tre sorelle ed era l’ultimo nato in casa. La sua famiglia era molto orgogliosa di lui, in quanto pur figlio di operai, era riuscito ad approdare all’Accademia di Pozzuoli dove era arrivato ottavo su 80 posti disponibili. «Amava il suo lavoro, gli dedicava tutto se stesso».