Rimini, si dava malato ma giocava a tennis e suonava nei bar: poliziotto condannato
Simulava di essere affetto da lombosciatalgia sinistra e di affaticarsi per il dolore per sforzi minimi. Peccato però che, malgrado i permessi ottenuti esibendo referti su referti controfirmati dal medico curante, lui, Antonino Mariella, assistente del capo della Polizia di frontiera aerea di Rimini, non facesse altro che giocare a tennis in Riviera, spesso in occasione di tornei e varie competizioni. In alternativa lo si poteva incrociare sui palchetti di bar e pub mentre suonava il basso con svariate band locali della costa e dell’entroterra. Per il 48enne originario di Pesaro ma residente nel Riminese è arrivata la condanna in primo grado del Tribunale di Rimini pronunciata dal giudice Raffaele Deflorio a nove mesi di reclusione pena sospesa, dopo le indagini condotte dal pm Davide Ercolani: a incastrarlo sono stati i suoi stessi colleghi in polizia, che avevano saputo da terzi che l’assistente capo giocava di frequente a tennis. Per smascherarlo sono state necessarie numerose intercettazioni telefoniche oltre alle immagini delle telecamere piazzate ad hoc per coglierlo racchetta alla mano, utili a certificare che l’assistente capo non soffriva in realtà di alcuna patologia che giustificasse l’assenza dal lavoro. In sintesi l’ex assistente capo – già sospeso da ogni incarico dopo il rinvio a giudizio «per aver disonorato la divisa» – aveva indotto gli organi amministrativi a liquidargli emolumenti per una cifra complessiva di 39.000 euro lordi malgrado l’assenza di prestazione lavorativa. Per la cronaca, Mariella era stato rinviato a giudizio il 13 novembre del 2019.
Tribunale: non c’è truffa
Assolto dall’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato, condannato a nove mesi (pena sospesa) per aver indotto in errore due medici nella stesura di altrettanti certificati in cui confermavano la sua malattia. Certificati redatti dalla commissione del dipartimento di Medicina legale tipo di Padova competente per la determinazione dello stato di salute dei poliziotti, che gli hanno permesso prolungare il periodo di aspettativa. Bisognerà attendere il deposito delle motivazioni della sentenza da parte del giudice Raffaele Deflorio per dare la corretta interpretazione della sua decisione contro cui il difensore di fiducia dell’imputato, l’avvocato Massimiliano Orrù, ha già annunciato di voler proporre appello. La Procura della Repubblica, invece, attenderà di leggere il dispositivo della sentenza per decidere se ricorrere a sua volta in appello. Da sottolineare la difficoltà reale nell’arrivare ad una condanna in questi casi molto particolari. L’esempio più lampante quello del vigile urbano di Savona che timbrava in mutande e tornava a casa. Anche lui è stato assolto.
Tutti i tornei del «furbetto»
La vicenda risale, nello specifico, al 2015, quando per numerose settimane Mariella ottenne svariati giorni di riposo: i referti del medico curante – a sua volta ingannato dal «furbetto» – parlavano chiaro: stando a quei documenti il poliziotto soffriva di lombosciataglia sinistra. Tanto per fare un esempio, Mariella era arrivato a ottenere addirittura 90 giorni di riposo all’indomani dell’11 marzo del 2015 in seguito ad una visita medica. Peccato che come riportano le carte «il giorno 28 marzo partecipava, quale atleta, ad un torneo di tennis “Torneo di primavera” svoltosi nella città di Coriano (Rimini) dal 28 marzo al 14 aprile 2015, il giorno 11 aprile partecipava, quale atleta, al “Torneo 4^ Categoria Lim 4.4” svoltosi nella città di Forlì dall’11 aprile al 19 aprile 2015, il giorno 25 aprile partecipava, quale atleta, ad un torneo di tennis “Torneo di primavera“ svoltosi nella città di Senigallia (Ancona) dal 25 aprile al 10 maggio 2015», giusto per citare alcuni stralci. Sempre come riportano gli atti, «il giorno 15 luglio 2015, a seguito di vista da parte del Centro Medico Ospedaliero di Padova con la diagnosi di “spondilodiscoatrosi lombosacrale già sottoposto ad intervento di stabilizzazione l5-s1 per arterolistesi con segni emg di sofferenza radicolare cronica di l5 bilaterale” veniva giudicato “non idoneo”. Peccato che quindici dopo il referto Mariella fosse già in campo per partecipare a un torneo di tennis disputato a Coriano, nel riminese.
La «carriera» da musicista
Le indagini in breve tempo si sono estese anche all’attività extra sportiva di Mariella ritenuta comunque incompatibile con le patologie che l’ex assistente capo lamentava, quella di bassista. È stata infatti prodotta a partire dalla pagina Facebook di Mariella una documentazione fotografica in cui veniva ritratto in numerose serate a cui partecipava come musicista nelle fila della band «Blues Note» a svariate serate dal 2013 al 2016. «Situazioni – è scritto nelle carte – che appaiono in netto contrasto con quanto lamentato, ossia la difficoltà ad indossare il cinturone con arma di ordinanza, del peso complessivo di circa 1.5 chili, atteso che il medesimo, durante quegli eventi musicali, sostiene sul proprio corpo e sempre in posizione eretta, un basso elettrico del peso stimato tra i 5/6 chili, senza particolare difficoltà, come dimostrato anche dai video postati sempre sul medesimo social network ed acquisiti dagli investigatori».