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Revisione dello Strumento Militare: Revisione degli organici ed aumento dei generali e colonnelli all’esame del Parlamento

Lo schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di revisione dello strumento militare, recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri. è stato assegnato alle Commissioni Difesa di Camera e Senato per un esame approfondito. Il provvedimento propone diverse modifiche al codice dell’ordinamento militare, con l’obiettivo principale di ridefinire le dotazioni organiche delle Forze armate italiane.

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Ecco una panoramica dettagliata delle principali disposizioni contenute nel provvedimento:

Rideterminazione delle Dotazioni Organiche

Una delle modifiche fondamentali è la rideterminazione delle dotazioni organiche complessive dell’Esercito italiano, della Marina militare (escluso il Corpo delle capitanerie di porto) e dell’Aeronautica militare. In particolare, il numero di unità è aumentato da 150.000 a 160.000. Questo aumento delle dotazioni organiche riflette la necessità di rafforzare le Forze armate italiane per far fronte alle sfide e alle esigenze moderne.

  • Esercito italiano da 89.400 a 93.100 unità;
  • Marina militare da 26.800 a 30.050 unità;
  • Aeronautica militare da 33.800 a 36.850 unità.

Nuove Ripartizioni delle Dotazioni Organiche

Il provvedimento prevede anche una nuova ripartizione delle dotazioni organiche tra le diverse branche delle Forze armate:

  • Ufficiali da 18.300 a 20.641 unità:
    • Esercito italiano da 9.000 a 9.800 unità;
    • Marina militare da 4.000 a 4.741 unità;
    • Aeronautica militare da 5.300 a 6.100 unità;
  • Marescialli da 19.800 a 21.625 unità:
    • Esercito italiano da 6.500 a 6.950 unità;
    • Marina militare da 5.800 a 6.200 unità;
    • Aeronautica militare da 7.500 a 8.475 unità;
  • Sergenti da 24.200 a 25.034 unità:
    • Esercito italiano da 10.900 a 11.350 unità;
    • Marina militare da 4.450 a 4.834 unità;
    • Aeronautica militare da 8.850 a 8.850 unità (Nessuna Variazione);
  • Graduati da 57.900 a 59.330 unità:
    • Esercito italiano da 40.000 a 40.000 unità (Nessuna Variazione);
    • Marina militare da 9.350 a 10.505 unità;
    • Aeronautica militare da 8.550 a 8.825 unità;
  • Volontari in ferma prefissata da 29.800 a 33.370 unità:
    • Esercito italiano da 23.000 a 25.000 unità;
    • Marina militare da 3.200 a 3.770 unità;
    • Aeronautica militare da 3.600 a 4.600 unità;

Una Crescita Eccessiva dei Gradi di Generale e Colonnello?

La revisione dello strumento militare italiano porterà ad un aumento complessivo delle dotazioni organiche, ma c’è un aspetto che sta emergendo come una nota stonata all’interno di questa nuova sinfonia: l’aumento dei gradi di generale e colonnello. Sebbene una struttura di comando ben definita sia essenziale per qualsiasi forza armata, sembra che questa revisione abbia optato per un’eccessiva proliferazione di generali e colonnelli.

Guardando da vicino i numeri, emergono considerevoli incrementi in tutte e 3 le Forze armate. Nell’Esercito italiano, ad esempio, i generali di corpo d’armata passeranno da 17 a 18, i generali di divisione da 44 a 48 e i generali di brigata da 109 a 117. La Marina militare vedrà un aumento simile, con gli ammiragli di squadra che passeranno da 9 a 10, gli ammiragli di divisione da 23 a 26 e i contrammiragli da 56 a 64. Anche l’Aeronautica militare seguirà questa tendenza, con un aumento dei generali di squadra aerea da 9 a 10, dei generali di divisione aerea da 19 a 22 e dei generali di brigata aerea da 44 a 54. Allo stesso modo, il numero dei colonnelli aumenterà in modo considerevole in tutte e tre le Forze armate, in particolare da 820 a 847 per l’Esercito Italiano, da 455 a 481 per la Marina Militare e da 410 a 436 per l’Aeronautica Militare.

Questo aumento di generali e colonnelli solleva diverse considerazioni. In primo luogo, c’è la preoccupazione che un numero eccessivo di alti ufficiali possa portare ad una gerarchia sovradimensionata, rendendo il processo decisionale più lento e complicato. In un’epoca in cui la flessibilità e la rapidità delle risposte sono fondamentali, un’eccessiva burocrazia gerarchica potrebbe ostacolare l’efficacia delle operazioni militari.

In secondo luogo, vi è il rischio che l’aumento dei gradi di generale e colonnello possa generare una competizione interna per le promozioni. Questo potrebbe influire negativamente sulla cultura organizzativa, portando a un clima in cui gli ufficiali sono più concentrati sulla loro ascesa di carriera che sul bene comune delle Forze armate e sulla sicurezza nazionale.

Infine, c’è il fattore dei costi. Più gradi di alto rango significano più stipendi e risorse allocate. In un contesto in cui l’efficienza delle spese è cruciale, l’aumento del numero di generali e colonnelli potrebbe mettere sotto pressione il bilancio delle Forze armate, potenzialmente a scapito di altri settori essenziali.

In conclusione, mentre la revisione dello strumento militare ha senz’altro l’obiettivo di rafforzare le capacità difensive dell’Italia, l’eccessivo aumento dei gradi di generale e colonnello solleva questioni serie e legittime. Un bilanciamento accurato tra la struttura di comando e le esigenze operative è essenziale per garantire l’efficienza e l’efficacia delle Forze armate nel loro insieme.

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