Relazione annuale sullo stato delle Forze Armate: “Punizioni in calo, nonnismo scomparso, un solo caso di mobbing, suicidi in diminuzione”
L’on. Roberto Rossini (M5S) in Commissione Difesa della Camera dei Deputati, alla presenza del Sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulé, ha illustrato la relazione sullo stato della disciplina militare e sullo stato dell’organizzazione delle Forze armate, relativa all’anno 2020.
In particolare – secondo quando evidenziato dal relatore– il quadro generale dello stato della disciplina inerente al personale militare dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica registra complessivamente un aumento delle sanzioni disciplinari di corpo, mentre le sanzioni di stato subiscono una diminuzione. La situazione disciplinare del personale dell’Arma dei carabinieri registra, invece, una diminuzione sia delle sanzioni disciplinari di corpo, che delle sanzioni disciplinari di stato. Quanto alla giustizia militare, segnala che nei confronti del personale appartenente alle Forze armate nel corso del 2020 sono state pronunciate 107 sentenze di condanna definitive a fronte delle 200 nel 2019. Inoltre, nel periodo dal 1° gennaio al 31 dicembre 2020 non sono stati riscontrati episodi riconducibili al fenomeno del nonnismo, confermando la tendenza ormai in atto negli ultimi anni, in base alla quale si può affermare che la manifestazione di episodi riconducibili al fenomeno del nonnismo abbia carattere sporadico, mentre per quanto riguarda il mobbing, è stato segnalato un solo episodio, fermo restando che il fenomeno è tenuto comunque sotto costante monitoraggio. Riguardo alle molestie sessuali, sono stati rilevati 5 casi (3 dall’Esercito e 2 dall’Arma dei carabinieri), mentre è stato segnalato un caso di stalking dall’Arma dei carabinieri.
Nei capitoli successivi sono rilevate, altresì, alcune informazioni riguardanti: i decessi del personale militare; l’integrazione del personale femminile nelle Forze armate; l’andamento del reclutamento dei volontari e la loro immissione nel mondo del lavoro dopo il congedo; la situazione delle infrastrutture e degli alloggi demaniali; l’attività della Rappresentanza Militare; le associazioni professionali tra militari a carattere sindacale; lo sport nelle Forze armate.
Passando ai decessi, i dati complessivi dell’anno 2020 sono pressappoco equivalenti agli anni precedenti e su un totale di 173 decessi in territorio nazionale, 17 si sono verificati in servizio e 156 fuori servizio. La causa più frequente risulta essere la malattia (118 casi), seguita dai suicidi (23 casi, di cui ben 15 nell’Arma dei carabinieri) e dagli incidenti automobilistici (18 casi). I dati riferiti al personale femminile evidenziano, poi, che non esistono discriminazioni di genere né preclusioni al personale di sesso femminile relativamente alla progressione di carriera e, con riferimento agli incarichi da ricoprire nel corso della carriera, alle donne sono garantite le stesse opportunità della componente maschile senza limitazioni o preclusioni di sorta. Nessuna differenziazione di genere è prevista per la scelta del personale da impiegare presso gli organismi internazionali in Italia e all’estero.
Evidenzia come la Relazione porti all’attenzione della Commissione tematiche di rilevante interesse, offrendo diversi spunti di riflessione. In particolare, si sofferma sulla sottoutilizzazione della magistratura militare e sull’urgenza di dare seguito alle proposte di legge volte a incrementarne l’efficienza.
Il sottosegretario Giorgio MULÈ al termine della relazione, ha precisato che relativamente al fenomeno dei suicidi negli ultimi anni si registra una tendenza alla diminuzione e che, se si considera il personale delle tre Forze armate e dell’Arma dei carabinieri, l’incidenza complessiva arriva appena allo 0,01 per cento annuo. Ad ogni modo ha manifestato la disponibilità ad accertare se, con riguardo ai casi di suicidio, possano esistere lettere o elementi dai quali emerga un disagio nei confronti della Forza armata. Si dichiara, poi, d’accordo sull’importanza di velocizzare l’iter della legge sui sindacati militari e sottolinea come le Forze armate siano oramai immuni dal nonnismo, mentre dati numerici lasciano ben sperare anche per la definitiva sconfitta del fenomeno delle molestie.