REATO DI TORTURA: “NOI POLIZIOTTI RISCHIAMO L’ERGASTOLO”
Quello che viene chiesto dal sindacato è una riforma radicale del protocollo, prendendo a modello quello degli Stati Uniti: “Il Governo deve urgentemente darci le stesse tutele di legge che hanno i poliziotti Usa, così che possano compiere il proprio dovere con le giuste tutele e garanzie a cominciare dai protocolli operativi. Ma anche che chi sbaglia venga messo in carcere” continua Di Maria.
Allora voi siete per la carcerazione dei poliziotti che commettono reato d’omicidio, come coloro che hanno ucciso Federico Aldrovandi?
“Solidarietà totale e personale a Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi. Non vogliamo i poteri immensi che hanno i poliziotti in altri stati. Solo regole certe, chiare e incontrovertibili. Ma tra reato di tortura e numero identificativo io dovrò stare fermo e non potrò fare nulla, altrimenti rischio l’ergastolo. Sono stato denunciato 13 volte e altrettante assolto. Per fortuna che a volte la giustizia funziona e sa come si muove il poliziotto e in quali ambiti deve operare. Purtroppo l’Italia è una macchina elefantiaca. Io voglio operare al meglio delle mie potenzialità e possibilità, in difesa del cittadino e dell’ordine pubblico”.