“Può essere mia figlia, non la devo lasciare”, carabiniere salva una ragazza che voleva togliersi la vita
Un intervento fuori dall’ordinario, che lascerà una traccia indelebile nei loro cuori per la drammaticità della situazione che si sono trovati a dover affrontare nel giorno di Natale: il brigadiere capo Pasquale Rutigliani e l’appuntato scelto Vincenzo Cespites raccontano con grande commozione all’Ansa il salvataggio della ragazza di 20 anni che voleva farla finita lanciandosi dal ponte della tangenziale di Bari che attraversa via Giulio Petroni. Sull’episodio è intervenuta la presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Può essere mia figlia, non la devo lasciare: così, grazie alla prontezza di Pasquale e dei suoi colleghi dell’Arma dei Carabinieri, intervenuti per soccorrere una ragazza che voleva togliersi la vita e rimasta a penzoloni nel vuoto sul ponte della Tangenziale di Bari, la giovane è salva. Un ringraziamento speciale a questi eroi in divisa”.
“Era nostro dovere farlo”, racconta con gli occhi lucidi Pasquale Rutigliani, “sono padre e il più piccolo dei miei tre figli ha la stessa età della donna che voleva farla finita”. A poche ore di distanza da quei drammatici momenti, il brigadiere capo ripercorre le fasi di quell’intervento che ha visto protagonisti nella giornata di ieri, lunedì 25 dicembre, i carabinieri del nucleo radiomobile di Bari. Grazie alla loro mediazione e al loro sostegno, i militari sono riusciti a far desistere la ragazza e a restituirle un po’ di voglia di vivere e di non arrendersi. “Ero lì accanto a lei”, prosegue Rutigliani indicando il cavalcavia dal basso.
“Quando ci ha detto ‘non mi lasciate, aiutatemì abbiamo capito che non voleva andasse così come aveva deciso”, aggiunge Vincenzo Cespites, “non ha dato spiegazioni sul perché della sua scelta, era agitatissima”. L’intervento, durato per circa un’ora e mezzo, è scattato dopo una segnalazione giunta in centrale tra le 19.30 e le 19.40. “Una voce riferiva di una ragazza che camminava sulla tangenziale”, racconta il brigadiere, “ci siamo precipitati. Al nostro arrivo l’abbiamo trovata sul cornicione del ponte, minacciava di lanciarsi nel vuoto”.
La giovane rifiuta inizialmente il confronto e tenta di far allontanare tutti. “Non voleva che ci avvicinassimo e a quel punto abbiamo iniziato a dialogare con lei, provando a tranquillizzarla e a convincerla a non buttarsi”. L’obiettivo era quello di avvicinarsi progressivamente alla 20enne fino a una distanza sufficiente a intervenire per bloccarla. “Abbiamo capito che non c’era più tempo da perdere quando, mantenendosi con le mani all’inferriata, ha abbandonato il corpo rimasto a penzoloni nel vuoto”, ricorda ancora il militare.”Era lì, appesa e siamo intervenuti: io ero sul cornicione e lui accanto a me” prosegue Rutigliani.”L’abbiamo afferrata con tutte le forze che avevamo: non ce la facevamo più ma non potevamo mollare la presa. A darci un aiuto sono stati altri due nostri colleghi”.
Attimi che sono sembrati un’eternità, vista la drammaticità della situazione. “Per almeno dieci minuti l’abbiamo stretta da sotto le braccia, in attesa che arrivassero i vigili del fuoco”, aggiunge l’uomo, “siamo riusciti a metterla in sicurezza e abbiamo tirato un sospiro di sollievo”.
Dopo l’arrivo dell’ambulanza, la giovane è stata condotta presso il Policlinico di Bari per effettuare una serie di accertamenti. “Sono stati momenti concitati, ma se ci penso ora posso dire che è stato bello specie perché il salvataggio è avvenuto nel giorno di Natale”, conclude l’appuntato scelto Vincenzo Cespites con la voce rotta dalla commozione.
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