Carabinieri

Procuratore militare sul carabiniere che non riconosce Mattarella come Presidente: “Non ha rispettato il giuramento di fedeltà”

Lo scorso sabato a Milano, durante una manifestazione pro Palestina non autorizzata cui prendeva parte la storica attivista novantatreenne Franca Caffa, un carabiniere ha risposto ad una sua domanda su cosa avesse detto il Presidente Mattarella a proposito del razzismo: “Con tutto il rispetto signora, Mattarella non è il mio presidente. Io non l’ho votato, non l’ho scelto io, non lo riconosco”.

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Sull’accaduto si è espresso Maurizio Block, Procuratore Generale militare presso la Corte Suprema di Cassazione, intervistato da Fanpage.it. Block ha spiegato che l’ipotesi di reato è prevista dall’articolo 79 del Codice penale militare di pace, che punisce con la reclusione da 5 a 15 anni l’offesa all’onore e al prestigio del Presidente della Repubblica. 

La Libera Manifestazione del Pensiero

Sebbene ricorra la libertà di manifestazione del pensiero, essere un militare e aver prestato giuramento di fedeltà alle istituzioni impone un contegno rispettoso. La condizione in cui il carabiniere ha espresso l’idea, in servizio di ordine pubblico, rende difficile configurarla come esercizio di tale diritto.

Disciplinarmente il carabiniere rischia sanzioni che possono arrivare fino al licenziamento, ma si tratta di valutazioni che farà il Comando. L’Arma ha già trasferito il militare e inviato gli atti alla Procura e all’autorità giudiziaria militare.

La reazione dei sindacati dei carabinieri

Massimiliano Zetti del Nuovo Sindacato Carabinieri ha dichiarato: “Non entriamo nel merito delle opinioni espresse dal collega durante il corteo pro Palestina a Milano, sicuramente ha commesso un errore che denota anche poca conoscenza su chi elegge in Italia il Presidente della Repubblica. Quello che è certo è che come NSC, non ci uniremo al coro di altre sigle sindacali che con dichiarazioni sconcertanti, degne di un vero e proprio sciacallaggio politico, stanno affossando ancora di più il collega che sicuramente ha sbagliato”.

Zetti ha inoltre sottolineato che nello stesso corteo altri 3 carabinieri sono rimasti feriti negli scontri, senza però suscitare lo stesso clamore mediatico. 

Antonio Tarallo dell’Unione Sindacale Italiana Carabinieri ha affermato: “Prendo le distanze da quelle frasi perché ovviamente considero Mattarella il mio presidente della Repubblica”. Tarallo ha aggiunto: “I colleghi del carabiniere lo descrivono come un burlone, che potrebbe aver pronunciato quelle parole con troppa superficialità. Bisognerà capire se credeva in quello che ha detto oppure se fosse un modo per tagliare corto con i manifestanti. L’Arma dei carabinieri fa quindi bene ad andare in fondo ed a verificare tutte le azioni possibili per capire ciò che è effettivamente successo”.

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