Previdenza Complementare: Il sindacato dei militari lancia un monito agli iscritti alle APCSM: “Il 31 ottobre è vicino, chiedete chiarimenti!”
Il ritorno di una vecchia richiesta
La previdenza complementare per le forze di polizia e i militari torna al centro del dibattito sindacale. Le sigle rappresentative del personale delle forze di polizia a ordinamento civile e le Associazioni Professionali a Carattere Sindacale tra Militari (APCSM) hanno recentemente rinnovato la richiesta di avviare il cosiddetto “secondo pilastro” previdenziale, un tema che si trascina da decenni.
La sentenza del Consiglio di Stato
Il Sindacato dei Militari, in un recente comunicato, ha però sollevato alcune questioni che gettano nuova luce sulla vicenda. L’organizzazione sindacale ricorda una sentenza del Consiglio di Stato del 20 dicembre 2021, che ha respinto l’ennesimo ricorso collettivo per l’avvio della previdenza integrativa.
La natura negoziale della previdenza complementare
Nella sentenza, come riportato dal sindacato, si legge: “Con nota prot n. 73478 del 12 novembre 2020 la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Funzione Pubblica – Ufficio Relazioni sindacali ha rappresentato che l’attuazione della previdenza complementare è materia ‘negoziale’, rimessa alle singole amministrazioni interessate e alle rappresentanze dei lavoratori e non può essere imposta di imperio dalla delegazione della parte pubblica”.
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Le iniziative passate del Dipartimento della Funzione Pubblica
Il comunicato prosegue evidenziando come il Dipartimento della Funzione Pubblica abbia dichiarato di aver avviato diverse iniziative per l’attuazione della previdenza complementare fin dal 1999-2000, con successivi tentativi nel 2005-2006 e durante i rinnovi contrattuali del 2016-2018 e del 2019-2022.
Un monito agli iscritti
Il comunicato si conclude con un monito: “Appare doveroso […] invitare gli iscritti alle diverse sigle sindacali e alle APCSM rette da ex Coceristi a chiedere a questi quei chiarimenti su quanto affermato dal Consiglio di Stato, che oggi appaiono sicuramente doverosi e determinanti per decidere se revocare formalmente le deleghe sindacali entro il 31 ottobre 2024”.
La questione della previdenza complementare per le forze armate e di polizia si conferma quindi un tema complesso e controverso, che continua a suscitare dibattiti e polemiche all’interno del mondo sindacale e militare.
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