POLIZIOTTO RINUNCIA ALLA PRESCRIZIONE: “HO RAGIONE, PROCESSATEMI”
“Se c’è una cosa di cui sono più che certo è di aver sempre onorato con tutto me stesso il mio mandato di rappresentanza dei colleghi, e di averlo fatto con il solo e unico obiettivo di tutelarne diritti ed interessi e di difenderli da prevaricazioni e trappole di ogni genere. Mai nessun altro fine ha contraddistinto le mie scelte che senza falsa modestia posso urlare essere completamente indipendenti e scevre da motivazioni
personali, da interessi particolari, e persino da banali antipatie. Con l’allora Questore Introcaso, che pretendeva di zittirci reputandoci non competenti ad occuparci della salute dei colleghi, non ho mai fatto un passo indietro, e non lo farò adesso che mi ha fatto finire in tribunale. A distanza di dieci anni da quegli odiosi fatti una sola delle sue ben cinque querele per diffamazione è rimasta in piedi, ma nonostante il tempo trascorso io rinuncio alla prescrizione ormai maturata, perché so di aver avuto ragione allora, e non consentirò che si addensi alcun dubbio su questa mia ferma consapevolezza”.
Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, nel giorno della nuova udienza del processo a suo carico nato da una delle tante querele per presunta diffamazione sporte dall’allora questore di Taranto, Eugenio Introcaso, a seguito delle vibrate proteste del Sindacalista legate al trasferimento di alcuni Uffici della Questura presso locali totalmente inadeguati e fatiscenti, che non ottennero risposta da Introcasso il quale rispediva al mittente le richieste di confronto e chiarimenti ritenendo il Sindacato non competente a occuparsi della questione del contendere.
Introcaso, che ben conosceva il Coisp per aver subito nella sua precedente sede di lavoro, a Pisa, una condanna per violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro seguita all’attività dello stesso Sindacato, aveva in seguito reagito alle iniziative del Coisp a Taranto con ben cinque denunce, da cui nacquero altrettanti procedimenti finiti poi in un nulla di fatto. Tutti tranne uno, che per l’appunto ha dato via al dibattimento oggi in corso davanti al Tribunale di Venezia – dopo l’annullamento dei processi che in precedenza si erano tenuti a Taranto, sede che la Corte d’appello ha ritenuto incompetente a beneficio del capoluogo veneto -, dove a seguito dell’audizione in aula del Segretario Generale Provinciale del Coisp di Taranto Franco Nicola il giudice ha rinviato tutto all’udienza del 4 febbraio 2016, quando lo stesso Maccari chiederà di essere ascoltato in aula.
“Sarà la prima volta che potrò dire la mia – ha voluto rimarcare il Segretario Generale del Coisp -, dopo che per anni non una sola volta il pubblico ministero che seguì i vari procedimenti ha ritenuto di ascoltare anche solo una mia parola. Sarà una nuova occasione per ribadire ciò che vado dicendo in altre sedi da anni: non ci sono minacce e tentativi di neutralizzare l’azione sindacale che possano arrestare la volontà di difendere fino all’ultimo uomini e donne di cui sinceramente non sembra importare molto a chi di competenza. Non ci sarebbe tradimento più grande che venir meno al proprio dovere di essere l’ultimo baluardo per chi nel momento del bisogno si sente abbandonato a se stesso (rappresentare la voce dei Poliziotti quando tutto fila liscio è un po’ troppo semplice!), anche se questo può voler dire essere trascinati ingiustamente in un’aula di tribunale, come accade più spesso di quel che si creda”.