Poliziotto arrestato: reclutava e gestiva prostitute. Giro d’affari di 70mila euro al mese
La Squadra Mobile di Treviso ha condotto un’importante operazione contro un sistema di sfruttamento della prostituzione che ha portato all’arresto di un agente di polizia e di una donna straniera. Secondo la ricostruzione degli investigatori, i due avevano messo in piedi una vera e propria attività finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, reclutando numerose persone e gestendo gli incontri a luci rosse in diversi appartamenti.
L’INDAGINE
L’indagine è partita diversi mesi fa e ha richiesto un monumentale lavoro di raccolta di prove da parte degli uomini della Mobile. Attraverso una lunga attività di pedinamenti, appostamenti, intercettazioni telefoniche ed escussioni testimoniali, è stato possibile ricostruire nel dettaglio le modalità con cui operava la coppia.
Il poliziotto, che al momento dei fatti aveva 30 anni, era già stato sospeso dal servizio da tempo per accertamenti su altre vicende. Nonostante ciò conduceva uno stile di vita piuttosto alto che non combaciava con l’assenza di reddito legato alla sospensione dall’impiego. Gli investigatori hanno così concentrato su di lui i loro sforzi, scoprendo che in realtà gestiva un giro di prostituzione all’interno di alcuni appartamenti che aveva preso in affitto. Quelli che ignari proprietari avevano dato in locazione al poliziotto, fidandosi della divisa che indossava, sicuri che sarebbe stata non soltanto una garanzia, ma anche un deterrente rispetto a cattive frequentazioni e attività criminali. Ma evidentemente si sbagliavano. In quelle stanze si sarebbero prostituite almeno 17 tra escort e trans, provenienti perlopiù dal Sudamerica
Secondo quanto ricostruito, l’uomo si era associato con una donna colombiana cinquantenne, con cui gestiva l’intera attività illecita. I due si occupavano di reclutare le persone da far prostituire, prevalentemente giovani donne straniere, offrendo loro una sistemazione negli appartamenti che avevano ottenuto in locazione. Qui venivano condotte le attività di meretricio. Il Poliziotto e la colombiana si sarebbero occupati anche del “servizio navetta”: andavano a prendere e riaccompagnavano le lucciole all’aeroporto o nelle stazioni ferroviarie. Per non destare sospetti, cambiavano vorticosamente gli inquilini, in modo da rendere difficile la ricostruzione dell’attività.
Gli investigatori hanno stimato che sarebbero state coinvolte una ventina di prostitute nel corso dei mesi, con un ricambio elevato per non destare sospetti. Per ogni appartamento affittato, la coppia incassava un canone settimanale di 400 euro. Considerando che gestivano almeno tre abitazioni tra Treviso e un comune limitrofo, i guadagni illeciti ammontavano mediamente a circa 70mila euro al mese.
IL CARCERE E L’OBBLIGO DI FIRMA
Proprio per impedire che la donna potesse lasciare il Paese, vista l’imminenza della partenza con un volo per la Colombia, gli agenti hanno accelerato l’esecuzione del blitz. Il poliziotto è stato arrestato in flagranza di reato proprio mentre intascava il canone di uno degli appartamenti, la donna invece è stata sottoposta a fermo di indiziato di delitto.
Entrambi sono indagati per i reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Dopo la convalida da parte dell’autorità giudiziaria, all’uomo sono stati applicati gli arresti domiciliari mentre per la donna è stata disposta la custodia cautelare in carcere, anche per l’assenza di un domicilio idoneo sul territorio nazionale.
Le indagini non si sono certo concluse con gli arresti. Gli investigatori stanno ora analizzando nel dettaglio il ruolo ricoperto dai due all’interno del giro, ricostruendo compiutamente le modalità di reclutamento delle vittime e di gestione dell’attività. Sono state già identificate e ascoltate circa una ventina di prostitute coinvolte, ma il numero complessivo si stima fosse ben più alto considerando l’elevato turnover.
L’inchiesta della Procura e della Squadra Mobile mira anche a tracciare il canale di approvvigionamento delle giovani donne reclutate e far luce su eventuali altre figure che potrebbero aver collaborato all’organizzazione. Particolare attenzione viene dedicata alla ricostruzione del patrimonio illecitamente accumulato dalla coppia, al fine di procedere agli opportuni sequestri.
Con ogni probabilità, ulteriori sviluppi potranno emergere man mano che proseguiranno le indagini e verranno interrogati il poliziotto e la sua complice. L’inchiesta ha fatto luce su un giro milionario di prostituzione che per lungo tempo ha sfruttato decine di giovani donne sul territorio trevigiano, grazie anche alla copertura insospettabile data dalla divisa di uno degli organizzatori.
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