POLIZIOTTI CHIEDEVANO SOLDI PER EVITARE LE MULTE, ARRESTATI DAI COLLEGHI
(di Elena Panarella e Fulvio Ventura) – Chiedevano soldi per chiudere un occhio e non fare le multe. Due agenti della polizia stradale in manette, pesanti i capi d’imputazione per loro. In servizio presso il distaccamento di Colleferro, devono rispondere di corruzione, concussione, truffa aggravata e falso.
Le indagini, partite dalla denuncia di un autotrasportatore, hanno permesso di accertare in soli tre mesi tredici reati commessi da loro. Gli agenti, S.A. 42 anni e M.E. 48, chiedevano soldi alle persone fermate per evitare pesanti sanzioni, in alcuni casi attestavano falsamente di essere in servizio. Una condotta giudicata grave da parte della procura di Tivoli che ha seguito le indagini portate avanti dalla squadra giudiziaria della polizia stradale di Roma. In attesa del processo, stando al gip del tribunale tiburtino Mario Parisi, la carcerazione è l’unica soluzione per impedire ai due indagati di proseguire con la loro condotta.
LE INDAGINI
L’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip Parisi ed eseguita ieri mattina, dipinge dettagliatamente il sistema messo in piedi dai due poliziotti «una vera e propria abitudine di vita e di servizio». I due, stando alle ricostruzioni della procura «ricercavano, coglievano se non creavano ogni occasione utile per conseguire utilità indebite».
Dal quadro delineato dal Gip gli agenti avevano ormai stravolto in proprio favore il servizio che gli era stato affidato «praticando un costume esistenziale improntato alla continua e sprezzante indifferenza generale al precetto» e «alla truffa e alla menzogna sistematiche». Una serie di concussioni e corruzioni scoperte, otto mesi fa, grazie alla denuncia di una persona fermata per un controllo a San Cesareo.
Il trasportatore ha raccontato agli investigatori di essere stato fermato da due agenti di pattuglia e di essere stato costretto a consegnare loro del denaro in contanti per evitare di essere sanzionato a causa del sovraccarico del mezzo che guidava. A quel punto sono subito scattate le indagini e, grazie anche ai controlli incrociati effettuati dalla squadra e dal centro operativo polizia stradale, gli inquirenti sono subito risaliti ai responsabili. Sui due poliziotti si è concentrata l’attività investigativa.
Tra intercettazioni, appostamenti e pedinamenti, in tre mesi, sono stati accertati i diversi reati commessi dai due che avrebbero per due volte costretto dei trasportatori e automobilisti al pagamento di somme di denaro, o altre prestazioni a loro utili, sotto il ricatto di multe e sanzioni. In un altro caso si sarebbero fatti corrompere e per tredici volte hanno attestato, falsamente, di essere in servizio. Ora gli agenti della stradale di Roma e la procura di Tivoli sono ancora al lavoro per definire meglio l’illecita attività dei due agenti. «Va sottolineata – ha commentato il procuratore di Tivoli, Francesco Menditto – la sensibilità del cittadino che ha segnalato la concussione patita e che ha consentito al personale del compartimento di polizia stradale di Roma di acquisire preziosi elementi per la ricostruzione della verità ed evitare ulteriori condotte illecite da parte di pubblici ufficiali infedeli». Gli agendi ora sono stati trasferiti nel carcere di Rebibbia. (Il Messaggero)