«POLIZIA E FINANZA NON TI MULTANO SE TI ABBONI ALLE LORO RIVISTE»
(di Alessia Marconi) – TERAMO
Prima la semplice esortazione a sottoscrivere quegli abbonamenti a presunte
riviste di Polizia, Carabinieri e Finanza cercando di convincere il malcapitato
di turno che in quel modo avrebbe “sostenuto” l’operato delle forze
dell’ordine.
Prima la semplice esortazione a sottoscrivere quegli abbonamenti a presunte
riviste di Polizia, Carabinieri e Finanza cercando di convincere il malcapitato
di turno che in quel modo avrebbe “sostenuto” l’operato delle forze
dell’ordine.
Poi, di fronte al diniego o al semplice dubbio dell’interlocutore,
vere e proprie minacce di ritorsioni in caso di mancato abbonamento, adombrando
le spettro di multe a raffica per infrazioni inesistenti. Una vera e propria
truffa che potrebbe configurarsi a tutti gli effetti come tentativo di
estorsione quella segnalata da numerosi teramani all’associazione dei
consumatori Robin Hood, che mette in guardia contro tentativi del genere
sottolineando come i responsabili si spaccino per rappresentanti delle forze
dell’ordine proprio per ingenerare una sorta di timore reverenziale.
“Negli ultimi mesi abbiamo ricevuto diverse segnalazioni da parte di
cittadini raggiunti telefonicamente da persone che si spacciano per
rappresentanti dei corpi di polizia- spiega Pasquale Di Ferdinando – e che
cercano di convincere l’interlocutore a sottoscrivere abbonamenti a riviste di
settore». Riviste che in realtà non avrebbero nulla a che fare con prodotti
editoriali autorizzati delle forze dell’ordine e che i truffatori cercherebbero
di piazzare soprattutto ad anziani e pensionati. «Spesso, come ci hanno
raccontato – continua Di Ferdinando – queste persone cercano di convincere
l’interlocutore con vere e proprie minacce, come ad esempio quella di
identificare tramite le banche dati il numero di targa dell’auto e spedire i
loro colleghi ad elevare multe». Ma, fortunatamente, se qualcuno cede al
ricatto, o in buona fede accetta di sottoscrivere l’abbonamento nella
convinzione di “sostenere” così le forze dell’ordine, c’è anche chi
non si lascia intimidire e si rivolge all’associazione dei consumatori per
segnalare l’accaduto e chiedere consigli su un’eventuale denuncia. «Anche
perché – aggiunge ancora il presidente di Robin Hood – questa truffa ha anche
altri risvolti. In alcuni casi, infatti, ci sono dei cittadini che credendo di
abbonarsi a riviste delle forze dell’ordine hanno sottoscritto il contratto,
per poi attivare il diritto di recesso quando si sono resi conto di essere
stati abbindolati. Ma in quel caso si sono sentiti rispondere che per annullare
l’abbonamento dovevano comunque versare delle somme in contrassegno in un’unica
soluzione. Opzione che gli abbiamo suggerito di non prendere assolutamente in
considerazione». A questo punto, a fronte delle numerose segnalazioni, non è
escluso che prima o poi la questione arrivi sul tavolo delle competenti
autorità come già successo, ad esempio, a Milano. Dove a luglio ben 27 persone
sono state iscritte nel registro degli indagati per una truffa del tutto simile
a quella denunciata dai cittadini teramani. In questo caso le accuse mosse
dalla Procura del capoluogo lombardo alle 27 persone denunciate sono quelle di
associazione per delinquere finalizzata a truffe ed estorsioni.
vere e proprie minacce di ritorsioni in caso di mancato abbonamento, adombrando
le spettro di multe a raffica per infrazioni inesistenti. Una vera e propria
truffa che potrebbe configurarsi a tutti gli effetti come tentativo di
estorsione quella segnalata da numerosi teramani all’associazione dei
consumatori Robin Hood, che mette in guardia contro tentativi del genere
sottolineando come i responsabili si spaccino per rappresentanti delle forze
dell’ordine proprio per ingenerare una sorta di timore reverenziale.
“Negli ultimi mesi abbiamo ricevuto diverse segnalazioni da parte di
cittadini raggiunti telefonicamente da persone che si spacciano per
rappresentanti dei corpi di polizia- spiega Pasquale Di Ferdinando – e che
cercano di convincere l’interlocutore a sottoscrivere abbonamenti a riviste di
settore». Riviste che in realtà non avrebbero nulla a che fare con prodotti
editoriali autorizzati delle forze dell’ordine e che i truffatori cercherebbero
di piazzare soprattutto ad anziani e pensionati. «Spesso, come ci hanno
raccontato – continua Di Ferdinando – queste persone cercano di convincere
l’interlocutore con vere e proprie minacce, come ad esempio quella di
identificare tramite le banche dati il numero di targa dell’auto e spedire i
loro colleghi ad elevare multe». Ma, fortunatamente, se qualcuno cede al
ricatto, o in buona fede accetta di sottoscrivere l’abbonamento nella
convinzione di “sostenere” così le forze dell’ordine, c’è anche chi
non si lascia intimidire e si rivolge all’associazione dei consumatori per
segnalare l’accaduto e chiedere consigli su un’eventuale denuncia. «Anche
perché – aggiunge ancora il presidente di Robin Hood – questa truffa ha anche
altri risvolti. In alcuni casi, infatti, ci sono dei cittadini che credendo di
abbonarsi a riviste delle forze dell’ordine hanno sottoscritto il contratto,
per poi attivare il diritto di recesso quando si sono resi conto di essere
stati abbindolati. Ma in quel caso si sono sentiti rispondere che per annullare
l’abbonamento dovevano comunque versare delle somme in contrassegno in un’unica
soluzione. Opzione che gli abbiamo suggerito di non prendere assolutamente in
considerazione». A questo punto, a fronte delle numerose segnalazioni, non è
escluso che prima o poi la questione arrivi sul tavolo delle competenti
autorità come già successo, ad esempio, a Milano. Dove a luglio ben 27 persone
sono state iscritte nel registro degli indagati per una truffa del tutto simile
a quella denunciata dai cittadini teramani. In questo caso le accuse mosse
dalla Procura del capoluogo lombardo alle 27 persone denunciate sono quelle di
associazione per delinquere finalizzata a truffe ed estorsioni.