PINOTTI, GRANDI MANOVRE PER PIAZZARE I SUOI FEDELISSIMI
Roberta Pinotti alle grandi manovre. Oltre allo spinoso caso di Firenze, con due carabinieri indagati per stupro e l’imminente sostituzione a dicembre del comandante generale Tullio Del Sette in scadenza di mandato, coinvolto, così come il comandante dei carabinieri toscani, Emanuele Saltalamacchia, nell’inchiesta Consip, il ministro della Difesa del governo Gentiloni è impegnata su diverse altre partite. Da quando Alessandro Profumo si è insediato come amministratore delegato di Leonardo-Finmeccanica, non c’è giorno in cui il nome della Pinotti non risuoni negli uffici di piazzale Montegrappa. Sarà la scadenza della legislatura, sarà l’estinzione del Pd ligure, col centrodestra che ha cancellato il centrosinistra anche da Genova, la sua città, alle ultime elezioni amministrative, sarà l’imminente partita di nomine pubbliche che riguardano il settore difesa, ma da alcuni mesi il ministro è in grande spolvero per piazzare i suoi fedelissimi, non solo nella holding amministrata fino a maggio da Mauro Moretti.
IL BLITZ MANCATO IN LEONARDO. A quanto apprende Lettera43.it, starebbe portando avanti anche la candidatura di Enzo Vecciarelli a capo di stato maggiore della Difesa al posto di Claudio Graziano, anche lui in scadenza. L’incarico più ambito tra le forze armate è un vecchio pallino dell’attuale capo di stato maggiore dell’aeronautica che il ministro della Difesa vuole assecondare prima della fine della legislatura. Del resto, già a giugno la Pinotti provò a convincere Profumo sulla nomina di Fausto Recchia come responsabile della relazioni istituzionali di Leonardo-Finmeccanica. La notizia fu data da Dagospia e mai smentita. Il blitz estivo non funzionò. Perché l’ex numero uno di Unicredit scelse per le relazioni esterne Raffaella Luglini, affiancandole per le relazioni internazionali Carlo Formosa, uomo della Farnesina vicino a Gentiloni e indicato a Profumo da Elisabetta Belloni, segretario generale del ministero degli Esteri. Recchia, capo della segreteria del ministro della Difesa, ex deputato del Pd dal 2008 al 2013, già amministratore delegato di Difesa Servizi, società controllata dal ministero, rimase a bocca asciutta.
Da mesi sono cominciate le manovre per l’elezione del prossimo presidente del Comitato militare della Nato dove ora siede il generale ceco Petr Pavel. L’incarico diventerà operativo nel giugno del prossimo anno, ma sarà scelto questo fine settimana a Tirana, in Albania, durante il Military Committee Conference. L’Italia ci spera, anche perché brucia ancora l’abbandono nel 2012 di Giampaolo Di Paola, diventato ministro del governo Monti. Se Graziano dovesse farcela nei prossimi mesi potrebbe essere affiancato nel suo ruolo di capo di stato maggiore della Difesa proprio da Vecciarelli, che poi diventerebbe il candidato naturale per sostituirlo. Questo è, almeno, il sogno del ministro Pinotti che anticiperebbe, attraverso questo inconsueto affiancamento, la nomina ai vertici della difesa di un suo fedelissimo, che rischierebbe di essere compromessa dalle prossime elezioni politiche e dal cambio di governo.
LA CONCORRENZA BRITANNICA. A quanto pare, però, maggiori speranze le avrebbe l’Air Chief Marshal, al vertice delle Forze Armate britanniche, ovvero Sir Stuart Peach. Sarebbe più gradito all’amministrazione americana di Donald Trump che con l’Italia ha rapporti in fase di scongelamento: lo stretto legame di Barack Obama con l’ex premier Matteo Renzi non ha giovato. E se Graziano non dovesse farcela? La Pinotti troverà qualche altra idea per perorare la causa di Vecciarelli? Il rischio che è pure lui, come Mariani, possa fare la fine di Recchia.
tratto da un articolo di Alessandro Da Rold per Lettera43.it