Tutto quello che dicono Vladimir
Putin e il ministro degli Esteri Sergey Lavrov di fatto rappresenta l’obiettivo
principale delle azioni della Russia in Medio Oriente, scrive il
giornale “Vzglyad”.
La Russia vuole fermare il
Califfato e ritiene che sia possibile solo con il sostegno all’esercito siriano
in caso di cessazione del conflitto tra le forze governative fedeli ad
Assad e l’opposizione armata islamica sostenuta dall’estero.
Gli interessi della sicurezza
nazionale della Russia sono direttamente correlati con quello che avviene nel
mondo islamico. I musulmani costituiscono un settimo della popolazione della
Federazione Russa e tra i più stretti alleati della Russia e i membri
dell’Unione Eurasiatica ci sono i Paesi musulmani dell’Asia centrale e quelli
confinanti con il Caucaso. Già questo è di per sè sufficiente per comprendere
l’interesse di Mosca nei riguardi del Califfato, almeno affinchè non si espanda
ulteriormente.
Da quasi 2 anni l’Occidente e i
Paesi confinanti della Siria guardano compiaciuti il caos siriano che
in gran parte hanno creato. I jihadisti occupano nuovi territori
in Siria, trovando solo la resistenza dell’esercito fedele ad Assad e di
qualche brigata di volontari provenienti dall’Iran e dal Libano. La caduta di
Damasco e la disgregazione definitiva della Siria, Paese chiave nella
regione, quasi automaticamente farà scoppiare una guerra in Medio Oriente
in cui verranno coinvolti tutti i Paesi della regione, compreso l’Iran e
Israele, una potenza nucleare.
Sapendo quali saranno le
conseguenze del crollo della Siria, Mosca sta cercando di impedirlo. Il
sostegno ad Assad si basa su queste considerazioni, non sui rapporti amichevoli
di lungo corso tra la Russia e la Siria e l’importanza esasperata della
presenza militare russa nel porto siriano di Tartous.
Il Medio Oriente è una regione
importante per la sicurezza nazionale della Russia, da questo punto di vista è
chiaro il valore che Mosca attribuisce alla Siria. Nessuna base navale e
nessuna presenza militare nella regione sono l’obiettivo della Russia,
rappresentato invece dalla stabilizzazione del Paese con l’aiuto russo, non con
l’esercito russo. La Russia può fornire assistenza militare ai Paesi arabi,
in particolare Siria e Iraq, in modo da poter sconfiggere il
Califfato, o quantomeno fermare la sua espansione.
La Russia propone all’Occidente e
agli arabi di costringere l’opposizione armata siriana nemica del Califfato a
smettere di combattere contro Assad e a trovare un accordo con Damasco su una
guerra comune contro ISIS e su una struttura del governo nel dopoguerra.
Tuttavia, se gli Stati Uniti e i Paesi del Golfo, anche se saranno d’accordo
con questa tregua, in realtà riusciranno a convincere l’opposizione
armata?
La Russia spera che la
maggioranza dei Paesi arabi capisca la minaccia che rappresenta per loro il
Califfato, in particolare la Turchia, e che ci sia una possibilità non
solo di creare una coalizione contro il Califfato, ma di porre fine agli aiuti
stranieri agli oppositori islamici di Damasco.