Pappalardo: “Attentato ai miei diritti politici”
«È un attentato ai miei diritti politici, ma non ci facciamo intimidire», le sue parole dopo aver ricevuto il provvedimento. La «carriera» politica dell’ormai ex ufficiale comincia nel 2017, sulla scia dei Forconi dell’agropontino che minacciavano la marcia su Roma sui loro trattori. «Il parlamento è illegittimo, e quindi anche il governo e il presidente della Repubblica», il mantra ripetuto ad ogni manifestazione dove annunciava arresti in flagranza di parlamentari ed esponenti dell’esecutivo.
A farne le spese fu anche l’ex deputato di Forza Italia, Osvaldo Napoli, aggredito a due passi da Montecitorio nel tentativo di consegnargli la «notifica di arresto». Da allora sono passate manifestazioni e aumentati gli obiettivi, tanto da appoggiare la protesta contro i vaccini e il Green pass.
I video e le dichiarazioni sui social network in cui si presenta come generale dei carabinieri – a volte postando anche immagini in divisa – hanno portato la commissione di disciplina a revocargli il grado, nonostante l’ufficiale sia in congedo assoluto da anni. Atteggiamenti giudicati «in netto contrasto con i valori attinenti al giuramento prestato, al grado rivestito e agli obblighi di lealtà e correttezza connessi allo status di militare».
«Già due anni fa ero stato sospeso – il commento di Pappalardo – ma poi il gip archiviò il caso ‘perché il fatto non sussiste’. E così il Tar revocò la sospensione. Quindi questa decisione non tiene conto di ben due sentenze. I miei avvocati stanno valutando se denunciare la commissione per attentato ai diritti del cittadino». «In che modo avrei offeso le forze armate? – si chiede -. Io stavo solo svolgendo la mia attività politica, in quanto leader di un movimento. Questa è un’eresia, come quella che riguarda la vicequestore di Roma che stanno censurando».
Ora il movimento è pronto a tornare in piazza, anche se non con il popolo no-vax dove – dice – «ci sono frange estremistiche, con qualcuno che ha mostrato pure una svastica». Il 20 ottobre, annuncia il generale destituito, i Gilet arancioni – che oggi hanno cambiato nome in «Coalizione etica» – si ritroveranno a piazza del Popolo. Ovviamente le «notifiche di arresto», chiosa Pappalardo, sono già pronte.