Padova, carabiniere che ha sparato indagato per eccesso colposo. L'”Atto dovuto” che pesa sulle forze di polizia
Un tragico episodio si è verificato ieri a Padova, dove Collaku Haxhi, 55 anni, ha violato il divieto di avvicinamento e si è presentato sotto casa della sua ex compagna. La donna ha immediatamente chiamato i carabinieri e una pattuglia si è precipitata sul posto. Nonostante sembrasse che gli agenti avessero convinto Haxhi a andarsene, l’uomo ha invece avviato il motore del furgone investendo uno dei militari che stava compilando il verbale accanto al veicolo di servizio. In un’escalation di violenza, Haxhi ha estratto un coltello e si è scagliato sul carabiniere a terra. Il suo collega ha sparato quattro colpi di pistola per fermare l’aggressore.
Entrambi i feriti sono stati trasportati in ospedale, ma purtroppo Haxhi è deceduto poche ore dopo il ricovero. Il carabiniere, un uomo siciliano di 37 anni, ha subito un intervento chirurgico complesso alle gambe, durato sette ore. Dopo essere stato travolto dal furgone, è rimasto intrappolato tra il mezzo e la vettura di servizio. Attualmente, il carabiniere si trova in sala di rianimazione, ma le sue condizioni non sono considerate critiche.
La Procura ha aperto un fascicolo
La Procura di Padova ha aperto un fascicolo per eccesso colposo di legittima difesa, al fine di valutare le circostanze dell’incidente e le azioni compiute dal carabiniere. Nel frattempo, il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha espresso il suo sostegno al carabiniere e ai suoi familiari, augurando una pronta guarigione. Zaia ha anche elogiato l’impegno delle forze dell’ordine nel prevenire e contrastare situazioni di stalking, come quella segnalata dalla ex moglie di Haxhi.
Il peso dell’Atto Dovuto
Questo episodio, in cui un carabiniere si è visto costretto a sparare per difendere se stesso e il suo collega, mette in luce l’importanza di riconoscere che le forze di polizia svolgono un compito difficile e pericoloso. Mentre è giusto che venga svolta un’indagine per accertare se l’uso della forza sia stato proporzionato e legittimo, è altrettanto importante evitare di mettere automaticamente sotto accusa gli agenti che operano in circostanze estreme.
Le forze dell’ordine sono al servizio della comunità, mettendo a rischio la propria vita per proteggere gli altri. È essenziale che venga loro garantita una certa protezione legale e che siano supportati da una cultura che riconosce l’importanza del loro lavoro. Invece di colpirli con l'”atto dovuto”, dovremmo considerare l’importanza di fornire loro le risorse, la formazione e il sostegno necessari per affrontare le situazioni complesse che incontrano ogni giorno.