PIAN DEL LAGO zona
naturale dove i paracadutisti del 186° Folgore fanno i lanci e si addestrano
ieri mattina ha accolto il cambio di guardia al comando dei baschi color
amaranto di stanza nella nostra città.
Il colonnello Roberto Trubiani lascia la
nostra città e al suo posto arriva il parigrado Beniamino Vergori. Il cambio di
guardia davanti a tanti semplici cittadini e a numerose autorità militari,
politiche e religiose. A stringere la mano ai due ufficiali il generale di
brigata Giovanni Maria Iannucci.
Nel salutare
Siena Trubiani ha avuto come primo pensiero quello rivolto «ai caduti di tutto
il reggimento. Il tributo pagato è stato considerevole: dalla campagna d’Africa
nel 1942, per arrivare ai caduti di kabul nel 2009 e Bakwa nel 2011. Tanti
paracadutisti hanno donato la loro vita nell’adempimento del giuramento
prestato. Proprio qui abbiamo un viale dedicato a tutti i decorati del
reggimento (il viale degli eroi) e poco lontano c’è una strada intitolata ai
caduti della Folgore. Questi sono solo due esempi dell’omaggio tangibile che la
comunità locale ha voluto dare agli uomini e alle donne che operano per il bene
comune». E sull’affetto e la vicinanza della comunità ai paracadutisti si è
soffermato anche il generale Iannucci che nel suo intervento ha, tra l’altro
ricordato, che la prossima missione dei parà sarà in Libano nel 2016.
E Pian del Lago
battuto da un sole cocente che allontana l’arrivo dell’autunno a rallegrare la
mattinata ci sono stati anche numerosi lanci. Paracadutisti che stringevano in
una mano la bandiera dell’Italia e i vessilli dei Comuni di Siena e
Monteriggioni sono atterrati dolcemente accanto ai loro colleghi schierati
lungo un rettangolo dove le mimetiche quasi si confondevano con il terreno.
«HO VOLUTO – ha
affermato ancora il colonnello Trubiani – inserire questo evento nell’ambito
della celebrazione del 74° anniversario a margine di un’attività addestrativa
di aviolancio nell’area privilegiata del reggimento perché questa non è la
festa mia, né del colonnello Vergori. I comandanti passano, ma il reggimento
resta: con la sua storia e i suoi sacrifici. I comandanti sono solo soldati al
servizio di un’unità e della forza armata. Soldati che hanno l’onore e l’onere
di guidare i propri paracadutisti verso livelli di efficienza massima e il
dovere morale di renderli pronti ad eseguire la missione assegnata».
Lo stesso
ufficiale ha infine tratteggiato i suoi due anni a Siena definendoli «intensi,
fatti di operazioni e attività addestrative di elevatissimo spessore
tecnico-professionale». Alla fine ha ringraziato tutti i paracadutisti. «Ho
trovato degli uomini straordinari, generosi, coraggiosi e preparati che non mi
hanno mai chiesto altro se non di fare il proprio dovere. Vado via con la
consapevolezza che questi ragazzi mi hanno insegnato molto».