Notifiche notturne della polizia, arrivano le scuse del Ministro: “Fatto grave faremo accertamenti”
Il caso di Massimo Giannini, svegliato nel cuore della notte in un albergo di Milano per ricevere la notifica di una querela, ha riacceso i riflettori sulla ormai nota questione delle notifiche notturne a fini intimidatori, da noi sollevata in un precedente articolo pubblicato ad aprile su Infodifesa.
Come evidenziato nel nostro pezzo, anche personaggi noti come Fabrizio Corona avevano lamentato episodi analoghi. Nonostante le scuse del Ministro Piantedosi, appare evidente come vi sia un problema culturale di fondo nelle modalità con cui talune forze dell’ordine gestiscono questo tipo di attività.
Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha telefonato personalmente a Giannini dicendosi “sinceramente dispiaciuto dell’accaduto” e definendo l’episodio “un fatto oggettivamente molto grave” sul quale si stanno effettuando tutti gli accertamenti necessari. Piantedosi ha parlato di “eccesso di zelo” da parte degli agenti ed ha dichiarato: “A nome mio e della polizia le rinnovo le nostre scuse”.
Apprezziamo questo gesto del Ministro, che ha riconosciuto l’errore. Tuttavia è necessaria una presa di coscienza diffusa affinché certi episodi non si ripetano. Le scuse, per quanto doverose, non bastano. Come da noi auspicato, è arrivato il momento di regolamentare con maggior chiarezza le procedure di notifica, nel rispetto dei diritti dei cittadini.
Infodifesa aveva già sollevato mesi fa la questione
Infodifesa, con un articolo dell’avvocato Umberto Lanzo pubblicato lo scorso aprile, aveva già sollevato dubbi sulla legittimità delle notifiche notturne per atti non urgenti, portando ad esempio un episodio accaduto ad un’assistita dell’avvocato.
In quel caso si trattava di una semplice notifica in qualità di persona informata sui fatti, con invito a presentarsi entro 30 giorni presso i Carabinieri.
L’episodio era avvenuto addirittura la notte della vigilia di Natale, con grande spavento dell’interessata. Come evidenziato nell’articolo, non vi era alcuna impellente urgenza tale da giustificare una notifica in piena notte e per di più durante le festività natalizie.
Il caso sollevato mesi fa su Infodifesa dimostra come queste dubbie modalità siano in uso non solo alla Polizia, ma anche ad altre forze dell’ordine.
La necessità di una riflessione ampia sul tema. Le sole scuse del Ministro non bastano
Le scuse, dunque, per quanto doverose, non possono bastare. Il Ministro Piantedosi non può cavarsela con una telefonata. Serve una presa di posizione netta e l’emanazione di regole chiare che impediscano il ripetersi di simili episodi.
Non basta una telefonata per archiviare la questione e le scuse rischiano di essere una toppa peggiore del buco. Dimostrano che tali modalità sono tollerate e prive di conseguenze.
Ci auguriamo, quindi, che il caso Giannini possa essere uno spunto di riflessione costruttiva che generi una riflessione ampia sul tema ed una regolamentazione chiara.
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