NON TUTTI I CARABINIERI HANNO DIRITTO AD UN PASTO DIGNITOSO
Circa un mese fa una delibera del Co.Ba.R. Liguria poneva in risalto la problematica dei Carabinieri
cucinieri chiedendo la chiusura dei punti cottura ancora esistenti e garantendo ai militari un proporzionato buono pasto. Seppur un decreto interministeriale preveda che tutti coloro ordinati di servizio dalle ore 12 almeno fino alle ore 15 e dalle ore 19 almeno fino alle ore 21, avrebbero diritto al trattamento alimentare gratuito (a differenza del restante pubblico impiego che percepisce il buono pasto con la sola presenza) non tutti beneficiano di tale diritto – è quanto si legge in una nota del delegato Co.Ce.R. Carabinieri Giuseppe La Fortuna – Usufruire del pasto spettante varia, così, da luogo a luogo e da comandante a comandante. Da una statistica effettuata, infatti, più del 20% degli aventi diritto non viene messo in condizione di poter mangiare. Da una parte si chiede tanto al Carabiniere e dall’altra si riceve poco o forse niente; eppure la logistica è importante, ma l’Arma evidentemente tralascia l’argomento almeno dal 2000, cioè da quando sono
state effettuate le prime gare a favore del catering, con una delibera forzata scritta da un Co.Ce.R. tormentato, si prevedeva che i Carabinieri non avrebbero più effettuato servizio in cucina perché poco dignitoso. Stranamente l’Arma ha messo al riparo la dignità dei Carabinieri “cucinieri” solo nei grandi centri dove gli “squali catering” potevano affossare i propri denti, trascurando quanto ancora accade, a distanza di 14 anni, in circa 3500 punti cottura, dove ad oggi il Carabiniere cucina per se od al massimo un altro militare. In questi casi la dignità non la vede nessuno e sempre nessuno si accorge che ancora oggi venga elargita, per i punti cottura, l’elemosina di euro 2,50 a pasto. Somma ben al di sotto di quanto previsto per il vitto con catering ed addirittura tre volte
inferiore di un buono pasto. Erano anni di piombo – conclude Giuseppe La Fortuna – quando si pensò di mollare tutto ai catering ed il nostro Stato Maggiore non si rendeva conto della gravità. Probabilmente avevano altro cui pensare, magari al riordino del ruolo ufficiali, la cosiddetta “legge dei Generali” che finalmente permise anche ai Generali dei Carabinieri di aggiungere la terza stella sulla spallina, diventando “Corpo d’Armata”. Ecco spiegato il motivo foriero di tanta superficialità. Si, ma ora, che i Carabinieri continuano a non beneficiare adeguatamente di un pasto dignitoso, da cosa è distratto lo Stato Maggiore?
LEGGI LA DELIBERA DEL COBAR LIGURIA