NAUFRAGIO: MAURO, MILITARI RETICENTI? FATE NOMI E COGNOMI
Se qualcuno parla di reticenza a proposito dell’operato delle forze armate in occasione del naufragio di Lampedusa, “deve fare nomi e cognomi dei reticenti, per dare fondamento ad accuse che io non ritengo fondate”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Mario Mauro, rispondendo nel corso di un’audizione alle commissioni riunite Esteri e Difesa di Senato e Camera, ad una domanda della deputata Maria Edera Spadoni (M5S).
“La reticenza – ha sottolineato Mauro – è un fatto grave e io non voglio lasciare l’audizione con l’ombra del dubbio sull’operato delle nostre forze armate in quel braccio di mare. Noi – ha aggiunto – abbiamo interesse alla trasparenza, abbiamo promosso l’operazione Mare Nostrum per salvare vite umane. In 10 anni abbiamo salvato 120mila persone in quel tratto di mare e vogliamo evitare che ne muoiano altri”.
Con Mare Nostrum, ha proseguito il ministro, “vogliamo anche fare in modo che nessuno in Europa possa dire che l’Italia invochi maggiori aiuti dall’Unione per deresponsabilizzarsi, per scaricare il barile”.
“La reticenza – ha sottolineato Mauro – è un fatto grave e io non voglio lasciare l’audizione con l’ombra del dubbio sull’operato delle nostre forze armate in quel braccio di mare. Noi – ha aggiunto – abbiamo interesse alla trasparenza, abbiamo promosso l’operazione Mare Nostrum per salvare vite umane. In 10 anni abbiamo salvato 120mila persone in quel tratto di mare e vogliamo evitare che ne muoiano altri”.
Con Mare Nostrum, ha proseguito il ministro, “vogliamo anche fare in modo che nessuno in Europa possa dire che l’Italia invochi maggiori aiuti dall’Unione per deresponsabilizzarsi, per scaricare il barile”.