MODIFICHE ALL’UNIFORME, MA LA TRADIZIONE NON RINUNCIA A BANDOLIERA E SPALLACCIO
Le potenziali innovazioni proposte dall’Arma dei carabinieri, di concerto con la rappresentanza militare, all’uniforme di servizio invernale, ha generato non pochi commenti, per la maggior parte negativi. Invero molte aspettative erano riposte in questo cambiamento e la traslazione di un cinturone dalla divisa estiva a quella invernale non è proprio il massimo cui si aspirava. In molti sono positivi, per un cambiamento transitorio ed attendono qualcosa “di più operativo”. Si ma quando? L’utilizzo del cinturone sulla divisa invernale non ha minimamente scalfito l’ingombrante presenza di spallaccio e bandoliera, simbolo, quest’ultima della tradizione bicentenaria dell’Arma. La polizia si è sbarazzata dello spallaccio da circa un decennio dopo una dura battaglia dei sindacati, mentre la Guardia di Finanza, seppur libera di bandoliere e spallacci rimane ancorata , ad una “fondina pendula” fastidiosa e ben poco operativa.
Il prezioso commento di Michele Rinelli di Paroleingiaccablu, è emblematico per comprendere di cosa parliamo.
“Nei giorni in cui la cronaca ci mette quotidianamente di fronte al sacrificio di centinaia di Carabinieri che nelle campagne bolognesi cercano “Igor il russo” assistiamo a una rivoluzione, finalmente anche i “cugini” Carabinieri potranno avere il cinturone.
Una notizia che nel settore si aspettava da tempo, da anni infatti le sempre maggiori dotazioni ed esigenze operative mostravano i nostri amatissimi Carabinieri agghindati come vecchi gendarmi, con fondine che potevano essere considerate operative a tempo del “Terzo Reich”.
Uno scatto in avanti importantissimo per una istituzione dalle dinamiche desuete e borboniche e che arranca nel considerare il proprio personale come una risorsa da rendere davvero moderna sotto ogni punto di vista.
Una “innovazione”, quella del cinturone che non si sgancia però dalla desueta e pericolosissima bandoliera.”
In effetti è stata proprio la bandoliera il bersaglio dei nostri lettori. Cambiamento se deve esserci, deve essere radicale e puntare alla sostanza più che alla forma. Sarebbe il caso, dopo ben 200 anni, di riporre la bandoliera nel Museo storico o relegarla a servizi di rappresentanza in Grande Uniforme. Per concludere, come suggerisce Michele Rinelli:
“Siamo nel 2017….non è forse ora di guardare meno alla tradizione e più alla sicurezza?”