Modena, Cassazione: carabiniere non violentò studentessa 21enne
“Ho sempre creduto nella giustizia. La Corte di Appello di Bologna mi aveva già assolto, la Cassazione ha messo la parola fine a questo incubo. Finalmente posso tornare a far parte della mia Arma”. Luca Sarti, 45enne maresciallo capo dei carabinieri, commenta così all’Adnkronos la pronuncia della Suprema Corte che ieri sera, bocciando il ricorso presentato dal Procuratore generale e dalla parte civile contro la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bologna, lo ha scagionato definitivamente dall’accusa di violenza sessuale ai danni di una studentessa di 21 anni.
I fatti il 17 febbraio 2012 quando, allora in servizio in un Reparto Carabinieri in provincia di Modena, il militare all’epoca 37enne, passò la serata in un locale insieme a due colleghi. E’ lì che incontrò tre ragazze, tra le quali la parte offesa nel processo. Passata la serata insieme, imputato e presunta vittima, consumarono un fugace rapporto sessuale in bagno. La studentessa, sebbene avesse la possibilità di andare a casa con un’amica, decise di farsi accompagnare dai due carabinieri, tra i quali Sarti, al quale mandò subito un messaggio con un sorriso un’ora dopo averlo salutato.
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Sarti non le scrisse per tre giorni, non presentandosi all’appuntamento che si erano dati per il pomeriggio successivo, e quando si decise a contattarla il tono della ragazza, come rilevato dalla difesa dell’imputato, era cambiato decisamente. Di lì a poco la denuncia presentata nella Questura di Modena, per i fatti accaduti nella discoteca. Il 31 maggio 2013, in sede di incidente probatorio, venne sentita la persona offesa e, all’esito delle indagini preliminari, il Pubblico ministero chiese il rinvio a giudizio del maresciallo per violenza sessuale.
Condannato a 6 anni e mesi 6 di reclusione oltre al risarcimento dei danni, Sarti fece ricorso e la Corte d’appello di Bologna lo assolse per insussistenza del fatto. Ieri sera, pochi minuti dopo le 20, la pronuncia della Suprema Corte. “La sentenza della Cassazione restituisce alla vita civile e al servizio nell’arma dei Carabinieri il maresciallo Sarti – commenta l’avvocato difensore Giorgio Carta – che si era visto ingiustamente accusare di uno dei reati più spregevoli ed era stato perciò sospeso dal servizio, con conseguente dimezzamento dello stipendio”.
“Non mi sorprende la sentenza di assoluzione, quindi – prosegue l’avvocato Carta – ma la pesante condanna subita in primo grado a fronte di intercettazioni e di messaggi che lasciavano chiaramente intendere che si era trattato di un rapporto sessuale consensuale. Soprattutto, credo, abbia pesato il messaggio che la denunciante aveva inviato all’imputato poco dopo il suo riaccompagnamento a casa, con il quale lei chiedeva conferma dell’appuntamento preso per il giorno dopo, peraltro seguito dall’emoticon di un sorriso, segno inequivocabile del fatto che non vi era stata alcuna coartazione né violenza”.
(di Silvia Mancinelli per AdrKronos)