Avvocato Militare

Missione di Pace e la Pensione vola. Carabiniere guadagna 4 anni di anzianità. Battuti Inps e Arma

(di Luca Benedetti) – Le missioni di pace sotto l’egida dell’ONU valgono, sul fronte pensionistico, come le campagne di guerra del secondo conflitto mondiale. Lo ha stabilito, per il caso di un Luogotenente dei carabinieri per anni in servizio al comando provinciale di Perugia, la sezione giurisdizionale della Corte dei Conti dell’Umbria quale giudice unico delle pensioni.

La sentenza, è stata indicata come caso di scuola nella relazione della presidente della Sezione, Emma Rosati, per l’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti.

Il Luogotenente dei carabinieri, assistito dall’avvocato Michele Cipriani, ha vinto in primo grado (scontato il ricorso in appello delle amministrazioni battute) e così è riuscito a farsi riconoscere quattro anni di servizio in più pari agli anni in cui, in diversi mesi per volta, è stato impegnato in missioni all’estero sotto l’egida dell’Onu.

Il Luogotenente dei carabinieri ha battuto ministero della Difesa, Comando generale dell’Arma dei carabinieri e Inps perché la Corte dei Conti (Pasquale Fava è il consigliere che ha pronunciato la sentenza), ha sottolineato come con gli interventi sul tema la Corte Costituzionale «ha dichiarato la ragionevolezza nel complesso del sistema legislativo che progressivamente nel tempo ha attribuito ai militari all’estero benefici stipendiali e previdenziali specifici, circostanza che implica la non necessità di estendere ai militari all’estero “non per conto Onu”, i benefici attribuiti ai combattenti nelle campagne di guerra tra il 1940 e il 1945, a cui possono essere equiparati solo i miliari all’estero per conto dell’Onu.

Quindi per la Corte dei Conti «il ricorrente ha svolto, per quattro anni, un periodo di servizio militare all’estero per conto Onu superiore a tre mesi da equipararsi, ex lege, alle campagne di guerra, con consequenziale maturazione del diritto all’aumento all’anzianità di servizio.

Nell’opporsi alla richiesta di una pensione più ricca, tra l’altro, il Comando generale dell’Arma, nella ricostruzione fatta dalla sentenza della Corte dei Conti, ha spiegato che la corretta interpretazione della legge su cui si è giocata la sfida doveva riferirsi non ai militari attivi all’estero per conto delle Forze armate italiane, ma per chi ha operato nelle forze multinazionali come fanno i caschi blu.

Il Messaggero

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