Milano, maltrattamenti sui bambini in un asilo nido: sei indagate
In un’asilo nido a Vanzago, in provincia di Milano, diversi bambini sarebbero stati sottoposti a continui maltrattamenti. Le indagini sono partite dopo la denuncia di alcune ragazze che hanno svolto un periodo di alternanza scuola-lavoro nella struttura. Le contestazioni si riferiscono a un periodo di circa due mesi nel 2022, ma gli inquirenti sospettano che le vessazioni siano andate avanti più a lungo.
La titolare di un asilo nido a Vanzago, nel Milanese, e altre cinque maestre che lavoravano nella struttura sono state sospese dal lavoro e sottoposte all’obbligo di presentarsi quotidianamente alla polizia giudiziaria nell’ambito di un’inchiesta che ha svelato i maltrattamenti sui bambini che venivano loro affidati. Le vittime sarebbero 17 e hanno un’età compresa tra uno e cinque anni. Le indagate invece hanno tra i 26 ed i 43 anni.
L’inchiesta
Le indagini dei carabinieri di Legnano, coordinate dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Maria Cardellicchio, sono partite dopo le segnalazioni di alcune studentesse che hanno svolto nell’asilo un periodo di alternanza scuola-lavoro tra marzo maggio 2022 nella scuola di Vanzago. Dopo aver assistito ai maltrattamenti, le ragazze si sono confidate coi loro insegnanti e il dirigente scolastico del loro istituto si è, a sua volta, rivolto ai carabinieri.
Il Giorno scrive che le contestazioni sono relative al periodo durante il quale le ragazze hanno fatto lo stage, ma si sospetta che le vessazioni siano andate avanti per un periodo più lungo: un aspetto sul quale gli inquirenti stanno cercando di fare chiarezza.
Cosa è stato scoperto
Le misure cautelari sono state decise sulla base delle testimonianze e delle immagini registrate attraverso alcune telecamere. In base a quanto è stato ricostruito, le indagate si sarebbero rivolte ai piccoli con espressioni volgari, li ignoravano quando piangevano e a volte li facevano dormire nei bagni o su materassi nel salone perché nella struttura non c’era posto per tutti. Gli inquirenti hanno scoperto anche che i piccoli venivano talvolta completamente avvolti nelle coperte fin sopra alla testa, svegliati in modo brusco e messi a sedere con degli spintoni. Tra i diversi episodi contestati, anche il lancio di alcune palline a dei bambini che avevano imparato a camminare e che sarebbero stati fatti cadere per scherno.
I rilevi del Gip
Nell’ordinanza cautelare a carico delle indagate, la giudice per le indagini preliminari scrive che dall’inchiesta sono emerse “con indiscutibile chiarezza la totale carenza di capacità di autocontrollo” e “una assoluta disinvoltura nel porre in essere in modo sistematico condotte oltremodo censurabili e certamente incompatibili con la natura educativa e con la finalità di cura ed assistenza correlate alla professione di ‘educatrici’, ‘maestre'”. Per la giudice, gli insulti e le violenze erano “ad arrecare sofferenze fisiche e psicologiche a bambini in una fascia di età delicata e vulnerabile, aggravate dalla oggettiva impossibilità della vittima di opporre qualunque resistenza“. Non solo: “Le indagate hanno perseverato nei comportamenti maltrattanti nonostante fossero presenti studentesse”, mostrando cos “una tale incuranza, insensibilità e spregio verso i bimbi” che le rende “inidonee allo svolgimento della professione di educatrici“.
Fonte Agi